
Presentata la scorsa estate dalla casa giapponese, la Canon EOS 90D è stata lanciata come una sorta di reflex APS-C definitiva. Definizione quanto mai sfuggente quella di “definitiva”, soprattutto nella tecnologia. Ma in questo caso, posso dire che l’aggettivo ha un significato di… “quanto mai prossimo alla completezza, nel suo campo”.
E infatti si nota davvero lo sforzo degli ingeneri Canon per fare di questa fotocamera un piccolo compendio del top della tecnologia disponibile (nella sua fascia di prezzo), andando a migliorare il già ottimo modello precedente, ovvero la 80D.
E così, rispetto a quest’ultima, uscita circa 4 anni prima, la Canon EOS 90D presenta diverse novità di sostanza:
- Il sensore di nuova generazione da 32,5 megapixel (invece di 24,2)
- Il processore DIGIC 8, avanti di due generazioni rispetto al modello 80D
- Maggiore velocità di raffica
- Importanti miglioramenti dell’ AutoFocus, sopratutto in livieview
Ma non anticipiamo troppo le cose! Vedremo ognuna di queste caratteristiche più nel dettaglio nel corso di questa recensione.
Interessante inoltre il paragone con la mirrorless Canon EOS M6 Mark II, uscita praticamente in contemporanea. Interessante perché le due macchine, da un punto di vista delle principali prestazioni, sono quasi identiche.

La reflex 90D e la mirrorless M6 Mark II. Simili nelle prestazioni ma molto diverse nell’aspetto.
Si differenziano invece, come naturale, per l’esperienza di scatto. Anche questo aspetto però, davvero fondamentale oggi che il dubbio “reflex o mirrorless” ce lo hanno un po’ tutti, lo approfondiremo nel corso della recensione.
Corpo macchina della Canon EOS 90D
Come già è capitato per la Nikon e le sue entry level avanzate di grande successo, la Canon ha attuato una politica di costruzione tale per cui i suoi corpi reflex evoluti sono, allo stesso tempo:
- “light” per attenuare un po’ la differenza di peso con i sistemi mirrorless.
- costruiti con materiali di qualità, per evitare l’effetto “giocattolino” che hanno spesso le fotocamere entry level.
Costruito in lega di alluminio e resina in policarbonato, il corpo macchina della Canon EOS 90D è la quintessenza di questo concept, presentandosi gradevole al tatto – l’effetto plastica non c’è – e con un design compatto ed armonico.
A parte qualche piccola differenza (che vedremo), l’aspetto è molto simile alla vecchia 80D, le dimensioni praticamente identiche, il peso circa 30 grammi minore.
L’impugnatura è profonda, davvero un altro mondo rispetto alle mirrorless.

Nota la fantastica profondità dell’ impugnatura, impensabile su una mirrorless
La solidità della costruzione si sente tutta: rigirandosi la macchina fra le mani si nota la cura nei dettagli anche dei pulsanti e delle varie chiusure/aperture per batteria, scheda memoria, jack alimentazione e via dicendo.
E infatti il corpo macchina è tropicalizzato, cioè costruito in modo da offrire una elevata resistenza a umidità, polvere e intemperie.
Lo schermo LCD completa posteriormente il copro macchina: si tratta di uno degli elementi più interessanti di questa fotocamera. Grande, comodo, completamente snodabile, articolato su cerniere molto robuste, touchscreen, con 7 livelli di luminosità.
Nell’era degli smartphone e dei loro schermi super performanti, Canon ha capito che una fotocamera non può assolutamente rimanere indietro da questo punto di vista.
Caratteristiche tecniche della Canon EOS 90D
Peso e dimensioni: 700 grammi e 141 x 105 x 77 millimetri
Sensore immagine: CMOS da 22,3 x 14,8 mm (Pixel effettivi circa 32.5 MP, Pixel totali Circa 34.4 MP
Rapporto di visualizzazione: 3:2
Processore di immagine: Digic 8
Obiettivo/attacco: EF/EF-S con lunghezza focale equivalente a 1,6 volte la lunghezza focale dell’obiettivo
Messa a fuoco: con mirino ottico Sensore CMOS con TTL-CT-SIR e con funzione Live View su schermo LCD: Sistema Dual Pixel CMOS AF Pixel di rilevamento di fase integrati nel sensore d’immagine.
Sistema Autofocus a mirino: 45 punti a croce con joystick (45 punti AF a croce fino a F5.6, poi 27 punti da F8 in poi [di cui 9 a croce]).
Sistema Autofocus in Liveview: sistema Dual Pixel a rilevamento di fase
Intervallo di utilizzo AF: EV -3 – 18 (a 23°C e ISO 100)
Modalità AF: AI Focus, One-Shot, AI Servo
Selezione del punto AF: automatica, manuale (punto AF singolo, AF spot, zona AF, ampia zona AF); AF predittivo fino a 8 metri.
Sensore esposimetrico: RGB+IR da 220.000 pixel
Compensazione esposizione: +/- 5 EV, in incrementi di 1/3 o 1/2 stop (combinabile con AEB: 2,3, 5 o 7 scatti con incrementi di +/-3 EV 1/3 o 1/2 di stop)
Sensibilità ISO: Auto (100-25600), 100-25600 (con incrementi di 1/3 di stop o stop completi). ISO estendibile fino a H: 51200
Mirino: pentaprisma a copertura verticale e orizzontale (100%); ingrandimento 0,95x
Monitor LCD: Touch screen orientabile da 7,7 cm e circa 1.040.000 punti. Regolazione luminosità su 7 livelli, copertura 100%,
Flash integrato
Modalità di scatto: Scena Smart Auto (Foto e Filmati), Creativa automatica, SCN (Ritratto, Paesaggio, Macro, Sport, Ritratto notturno, Scatto notturno manuale, Controllo retroilluminazione HDR, Cibo, Bambini, Lume di candela, Foto di gruppo, Panning), Filtri creativi, Programma AE, AE con priorità tempo, AE con priorità diaframma, Manuale (Foto e Filmati), Posa, Personalizzabile 1, Personalizzabile 2
Effetti: Automatico, Standard, Ritratto, Paesaggio, Dettaglio fine, Neutro, Immagine fedele, Monocromatica, Definite dall’utente (3 impostazioni)
Scatto continuo a mirino: 10 fps. Max (con velocità costante per 58 JPEG e 25 RAW con scheda UHS-II)
Scatto continuo in liveview: max. 11 fps circa con AF One-Shot, 7 fps con Servo AF
Tipo di file: JPEG (Fine, Normale ); RAW (CR3 14-bit), CRAW (RAW compatto)
Dimensioni filmato: 4K, Full HD, HD
Lunghezza filmato: massimo 29 minuti e 59 secondi (per file da 4 gb massimo)
Connettività: USB Micro-B, Wi-Fi, Bluetooth a basso consumo energetico, uscita mini HDMI, mini jack stereo da 3,5 mm, presa per cuffie.
Alimentazione: Batteria ricaricabile al litio LP-E6N (1200/1300 scatti a seconda della temperatura)
90D vs 80D
Quando esce un nuovo modello, il confronto inevitabile è con il suo predecessore, se non altro per capire:
- se la casa costruttrice ha fatto bene a prendersi la pena di aggiornarlo
- se è il caso di spendere altri soldi per avere una versione migliorata di un modello con il quale ci si è trovati bene.
Con la Canon EOS 90D partirò dalla fine, ovvero dal prezzo: rispetto alla versione 80D ci sono 300/400 euro di differenza, naturalmente in più.
Vediamo quindi se, come si suol dire, il gioco vale la candela.
Per prima cosa, la risoluzione del sensore è decisamente migliorata: 32,5 mp in luogo di 24,2.
Salto che, tra l’altro, è stato fatto mantenendo, e anzi, migliorando il comportamento della fotocamera con le basse luci, aumentando inoltre il range ISO (passato da 100-25600 a 100 – 51200).
Poi, la raffica della Canon EOS 90D offre 10 frame al secondo, mentre la 80D ne offre “solo” 7: un’altra caratteristica sostanziale è stata dunque migliorata, merito anche del processore di nuova generazione Digic 8.
E’ comparso, sulla parte posteriore, un nuovo joystick di controllo per il punto di messa a fuoco, preso direttamente dai modelli di fascia superiore. Questo ha anche determinato una disposizione leggermente diversa di altri elementi, mantenendo comunque un’ottima ergonomia di utilizzo.

Nota il joystick di controllo della 90D, sopra e a sinistra del pulsante “q”.

Ecco qui invece la parte posteriore della canon 80d. Si nota l’assenza del joystick, ma anche una serie di piccoli particolari diversi. Due macchine insomma simili nel look generale, ma non più di tanto nei dettagli.
Le performance video sono nettamente migliorate, passando dal full HD 2K all’ultra HD 4K della nuova Canon EOS 90D.
Insomma, se la 80D era un’ottima macchina, la 90D è migliore in diversi aspetti chiave, tanto da poter essere considerata decisamente una semi-pro (5 anni fa sarebbe stata decisamente una pro!).
O, detto in altre parole, la 90D non è, come capita qualche volta, un inutile update costruito ai fini del marketing, ma un netto passo avanti – anche se non rivoluzionario -rispetto al precedente modello.
Più interessante ancora però è il confronto fra la Canon Eos 90D e la M6 Mark II.
90D Vs. M6 Mark II
Come accennato nell’introduzione a questa recensione, la Canon EOS M6 Mark II può essere considerata come una sorta di Canon EOS 90D in versione mirrorless, avendo in comune le due fotocamere davvero molte features.
Meglio quindi parlare di ciò che non le accomuna, delle differenze apprezzabili fra le due.
La più notevole è senz’altro la velocità: la M6 Mark II possiede una raffica massima di ben 30fps con 0,5 secondi di pre-shooting in formato RAW “crop” (per un massimo di 80 scatti consecutivi). E’ quindi circa 3 volte più veloce della Canon EOS 90D!
Rispetto alla Canon EOS 90D poi, la M6 Mark II manca del connettore per l’uscita cuffie, ma ha la possibilità di essere ricaricata via USB attraverso caricatore proprietario, cosa che non si può fare con la 90D.
Come naturale, la batteria della M6 perde di brutto il paragone con quella della reflex: circa 400 scatti contro i 1200 della canon 90D. Differenza che si deve soprattutto al consumo di energia da parte dello schermo LCD e del mirino elettronico (quando montato, perché nella Mark II è opzionale).
Per converso però, anche sul peso non ci sono paragoni, questa volta a favore della mirrorless, che pesa poco più della metà della Canon EOS 90D: solo 408 grammi contro i 700 grammi della reflex.
Sui comandi, vince la 90d, che permette un controllo più rapido di tutte le funzioni. Così come l’assenza di mirino (è possibile però comprarne uno – secondo me davvero brutto – da montare a parte) della M6 Mark II non piacerà a molti .
In definitiva, più che di una macchina migliore dell’altra, parliamo di macchine per usi diversi. Chi fa foto sportive verrà attirato senza dubbio dalla ipervelocità della M6, così come chi ama avere poco ingombro ( e non è disturbato dall’assenza di mirino).
Chi invece cerca robustezza, una buona impugnatura, un controllo più rapido delle modalità di scatto e una grande autonomia di lavoro sceglierà la Canon EOS 90D.
La mia opinione sulla Canon EOS 90D
Personalmente ho trovato apprezzabilissima la velocità della raffica, la durata della batteria, l’estrema qualità delle immagini, la abbondanza di comandi diretti con tanto di aggiunta del nuovo joystick posteriore.
Anche sulla messa a fuoco nulla da eccepire, rapida e precisa sia a mirino sia liveview, dove canon secondo me è davvero un passo avanti alla concorrenza grazie al sistema Dual Pixel.
Da certi puti di vista dunque, come quasi sempre quando si tratta di canon, la Eos 90D è una fotocamera che si può quasi “comprare ad occhi chiusi”, sicuri di trovare affidabilità, qualità e performance.
Qualche limite però secondo me c’è: certamente la mancanza di un doppio slot per la scheda di memoria, cosa che ne avrebbe fatto davvero una macchina quasi-pro (la Nikon d7200 per esempio lo ha).
Ma a stupirmi un po’ in negativo è soprattutto il prezzo: è vero che è stata appena lanciata, ma circa 1200 euro per il solo corpo macchina non è poco per una APS-C certamene ottima, ma alla fine non di livello professionale.
Se poi si considera che la quasi gemella – tecnologicamente – M6 Mark II costa circa 250 euro in meno, ecco che la tentazione di passare alla mirrorless può essere davvero forte.
In questo confronto, a salvare in corner la 90d sono soprattutto la migliore ergonomia, la maggiore autonomia della batteria, e la presenza del mirino incorporato.
Non per tutti però queste sono ragioni sufficienti per preferirla alla sua sorella senza specchio!