
Questa settimana affrontiamo un tema che sicuramente ti sarà già capitato di incontrare: il bokeh.
Lo sfocato esiste da quando esiste la fotografia perché è intrinseco alle proprietà ottiche delle lenti (la profondità di campo).
Fino dagli albori è stato da un lato un efficacissimo strumento espressivo, dall’altro una aberrazione da controllare e maneggiare con cura e cautela.
È uno strumento espressivo potente perché l’occhio umano è così efficiente da adattare quasi istantaneamente il fuoco rispetto al soggetto osservato e quindi non siamo abituati a vedere e percepire lo sfocato nella “realtà”.
Questo fa sì che la combinazione di elementi nitidi e sfocati sia prerogativa dell’immagine fotografica, della proiezione ottica di immagini su una superficie piatta.
Lo sfocato diventa una esperienza visuale unica, che può essere vissuta solo attraverso la vista di un immagine catturata attraverso l’obiettivo. Di nuovo, un elemento che rende la fotografia un artefatto che reinterpreta la realtà, suscitando così il nostro interesse.
Al tempo stesso però, lo sfocato è anche un problema tecnico da gestire.
Ai tempi della fotografia analogica, quando il “sensore” più piccolo a disposizione era il 35mm, la questione non era mai quella di riuscire a ottenere uno sfocato, piuttosto il contrario.
Con le fotocamere di medio o grande formato spesso la preoccupazione era quella di non riuscire a raggiungere una sufficiente profondità di campo.
Se hai mai avuto occasione di scattare con una Hasselblad o una Rolleiflex sai di cosa stiamo parlando.
L’ossessione per il bokeh, e per gli obiettivi “da bokeh” viene dalla miniaturizzazione dei sensori delle (soprattutto prime) macchine digitali. Se provi a scattare con il cellulare ti rendi immediatamente conto del fatto che è sostanzialmente impossibile ottenere uno sfocato.
Perché? Per la magnificazione, quello che siamo abituati a chiamare il “crop factor”.
Dato che i cellulari sono dotati di sensori molto piccoli, il loro crop factor è molto grande, e quindi le lenti montate sono sempre dei super grandangoli (l’obiettivo montato sull’iPhone 6 è un 4.15mm!!).
Questo significa che hanno una profondità di campo praticamente infinita (non ti è chiaro? Prova a leggere questo articolo sulla lunghezza focale)
Per ottenere (circa) lo stesso angolo di visuale su una full frame dovremmo usare una focale da 35mm, su una medio formato un 55-60mm.
Tutta questa lunga introduzione solo per arrivare a dirti che ci sono solo tre fattori che condizionano realmente il tuo bokeh:
- La lunghezza focale dell’obiettivo
- L’apertura del diaframma
- La distanza dal soggetto
E questi sono i fattori con cui dovrai “giocare” nell’esercizio di questa settimana.
Sì, perché non è vero (al contrario di quello che spesso di pensa) che sia sempre meglio ottenere il massimo della sfocatura possibile.
Ci sono situazioni in cui vogliamo annullare completamente lo sfondo, oppure vogliamo guidare l’occhio del pubblico su un piccolo particolare della nostra foto, e allora magari estremizzare lo sfocato è la soluzione giusta.
Ma spesso invece è preferibile un compromesso tra la perdita di nitidezza che ammorbidisce e “allontana” lo sfondo e la necessità/volontà di mantenere comunque il contesto ben riconoscibile e leggibile all’occhio dello spettatore.
Spesso esagerare con lo sfocato porta a generare macchie di colore indefinite che portano disordine e confusione nella nostra immagine. È nostro interesse evitarlo, a meno che non sia proprio questo l’obiettivo ultimo del nostro lavoro.
Il problema sta proprio qui, nel riuscire ad acquisire la sensibilità che ci permetta di gestire con consapevolezza questo compromesso.
Per questo questa settimana dunque ti propongo dei duplex.
Non una foto ma (almeno) due. Meglio ancora se montate assieme nella stessa immagine, ma se non hai tempo puoi anche postarle una sotto l’altra.
Scegli un soggetto che si presti all’uso del bokeh come mezzo comunicativo. Poi scatta foto simili, variando sistematicamente:
- L’apertura del diaframma
- La lunghezza focale (attraverso lo zoom, o utilizzando diverse ottiche fisse)
- La distanza relativa tra soggetto principale e sfondo
Scatta più che puoi e poi prenditi del tempo per riguardare con calma le fotografie che hai fatto. Cerca di carpire come diverse modalità e intensità di sfocatura possono dare un diverso senso e un diverso impatto estetico alla tua immagine.
Infine scegli (almeno) due scatti che secondo te rappresentano bene due modi diversi di sfruttare lo sfocato come mezzo espressivo e postale cercando di argomentare la tua scelta.
Vedrai che sorpresa sarà analizzare in profondità uno strumento che all’apparenza sembra così banale!
Se vuoi alcuni consigli su come sfruttare il bokeh nei tuoi scatti, puoi leggere i nostri articoli sull’argomento:
Obiettivi a basso costo per ottenere un effetto Bokeh
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1- AUTORITRATTO
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