Forma e contenuto nella fotografia di strada

Forma e contenuto nella fotografia di strada è un articolo de “L’uomo nella Folla”, rubrica di street photography a cura di Alex Coghe

Alex sarà in Italia a Marzo per gli “Italia Dolce Vita Workshop”, con una data Bologna e una a Roma.

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Per spiegare la relazione inscindibile fra forma e contenuto in fotografia, uso spesso l’analogia con la comunicazione verbale: a seconda del tono che usiamo una frase può assumere un significato diverso.

Lo stesso avviene in fotografia, dove però per “forma” si intendono soprattutto le caratteristiche compositive dell’immagine, cioè la somma di tutte le scelte operate dal fotografo in sede di scatto: per esempio l’esposizione, la posizione rispetto al soggetto, la lunghezza focale utilizzata, la relazione fra gli elementi dentro l’inquadratura …

Per questa ragione la parola “composizione” viene spesso associata, da chi comincia a fotografare, a lunghi secondi / minuti di preparazione dello scatto e a messa a punto di elaborati settaggi manuali frutto di lunghi calcoli.

Qualcosa insomma da fare in studio, o magari di fronte a un paesaggio fermo, con tutto il tempo del mondo a disposizione.

Altrettanto spesso chi comincia a fotografare pensa che invece la street photography sia all’opposto di questo approccio, e che consista invece nel catturare, rubare, con movimento fulmineo e senza pensare, un “istante decisivo”.

E si genera così l’equivoco che la composizione, nella street, abbia poca o nulla importanza, prevalendo invece il contenuto, quello cioè che succede di fronte al fotografo.

Invece non è affatto così: anche in strada, come già accennavo nell’articolo “Riconoscere il momento“, non possiamo prescindere dalla perfetta armonia dalle due C, ovvero Contenuto e Composizione.

Le scelte formali del fotografo di strada influenzano inevitabilmente, come per ogni altro genere fotografico, il contenuto dell’immagine, il modo in cui è rappresentato e dunque il modo in cui verrà recepito dall’osservatore.

Pensa ad uno scorcio di strada con una persona che cammina: operando scelte di esposizione diverse sulla stessa inquadratura puoi cambiare la natura stessa della percezione di quella situazione.

Ad esempio:

  • Sottoesponendo potrai rendere la scena evocativa e misteriosa… un uomo appena visibile camminando in una strada scura, verso qualcosa di incognito e pericoloso.
  • Esponendo normalmente potrai invece rendere evidente magari un’interazione di qualche tipo con un altro elemento presente nella scena, che nella sottoesposizione non si notava
  • Sovraesponendo lo stesso uomo magari potrà sembrare camminare come un angelo, in un alone di luce, verso qualcosa di positivo e bello.

Anche in strada dunque non ci si limita a tirare su la macchina e scattare, e i contenuti della fotografia possono cambiare mediante l’utilizzo di scelte operative differenti.  

Capire questo significa fare un passo fondamentale per comprendere l’approccio filosofico di chi fa street photography e che, di fatto, rende questo genere un figlio “bizzarro” della fotografia documentaristica.

Bizzarro perché, da una parte, lo street Photographer non manipola (o meglio non dovrebbe manipolare) la realtà, dovrebbe limitarsi a fotografare il quotidiano senza intervento.

Dall’altra però è normale che  le sue scelte compositive abbiano invece un grosso peso specifico nel modo in cui la fotografia risulterà allo spettatore.

Anzi, non solo normale, ma necessario: come ho detto infatti, si associa spesso la street photography all’idea di istantanea scattata al volo, o peggio ancora si parla di momento rubato, sottintendendo l’idea che il fotografo scatti senza pensarci troppo, per non essere notato e per non “inquinare” la scena.

E invece senza scelte consapevoli e armonia fra forma e contenuto nella street photography è impossibile ottenere in maniera consistente delle buone fotografie.

Se è vero dunque che il fotografo di strada dovrebbe essere rapidissimo nelle sue azioni, questo non significa che debba fare le cose senza pensare.

Non mi piacciono le foto a casaccio. Il problema è che si riconoscono immediatamente quelle fatte in quel modo. Fotografia è saper riconoscere in una porzione di secondo un momento nel quale la composizione possa dirsi fotografica.

Le migliori foto di strada sono quasi sempre il frutto di scelte consapevoli, operate agendo di concerto con la componente istintiva.

Quest’ultima non dovrebbe mai essere dimenticata, ma anzi esercitata.

Perchè un fotografo di strada deve riconoscere un momento fotografico in frammenti di secondo e poi operare velocemente per portare a casa la foto.

Joel Meyerowitz, sostiene la necessità di alzare la fotocamera portandola all’occhio per scattare all’ultimo momento:

Devo dire che fotografare è un atto davvero istantaneo. Il riconoscere e l’azione conseguente a quel riconoscimento, a seconda delle fotocamere usate, sono prossimi all’istante – J. Meyerowitz

Certo, non è come essere in studio o in un qualunque altro ambiente controllato. Nella street, ogni momento fotografico riconosciuto è suscettibile di ampi margini di incertezza e variabilità.

Mi spingo a dire che i coefficienti di variabilità in strada sono infiniti, imprevedibili e quindi nessuno può essere mai sicuro di quello che avverrà, nonostante l’esperienza possa dotarci di capacità di previsualizzazione di una determinata scena che di lì a poco si verrà a comporre.

In strada abbiamo a che fare con “attori” inconsapevoli e questo spinge all’estremo tutto, cosa che rende l’esperienza della street assolutamente adrenalinica, e che è probabilmente la ragione principale per cui certi fotografi subiscono la fascinazione verso questo modo di fare fotografia.

Tutto è basato, in ogni caso, sulla capacità di reazione del fotografo ad un dato stimolo.

Il fotografo di strada esperto è un individuo che è dotato di una certa predisposizione, sulla quale ha poi stratificato velocità mentale e tecnica, e che quindi è in grado di poter cambiare idea anche all’ultimo momento su come farà quella foto.

Il lavoro che faccio spesso con i miei allievi si basa su degli esercizi che  gli permettano di sviluppare e migliorare il loro istinto e la loro reazione agli stimoli visuali che li circondano quando si trovano in strada.

Come abbiamo detto sono molte le variabili in gioco, e ci troviamo dentro una situazione molto diversa dalla fotografia di studio con modelli in posa.

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Un fotografo di strada davvero bravo è quello che, nonostante questo, sa inquadrare e comporre, riuscendo a valutare in questione di istanti quali elementi all’interno dell’immagine saranno inclusi, quali quelli da enfatizzare, quali da porre in primo e secondo piano,  quali i potenziali elementi di disturbo, quali i  soggetti secondari che non funzionano e quelli che invece funzionano ….

Qualcosa insomma molto diverso dalla mera reazione casuale a uno stimolo visivo.

Il fotografo di strada insomma, come qualunque alto buon fotografo, deve dare forma al suo contenuto, deve cioè comporre la scena al meglio per ottenere il risultato che ha pre-visualizzato, o almeno cercare di avvicinarsi ad esso.

Solo che deve farlo in una frazione di secondo!

Alex sarà in Italia a Marzo per gli “Italia Dolce Vita Workshop”, con una data Bologna e una a Roma.

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