
Stavolta, invece di riflessioni sul mondo della fotografia, vorrei darvi dei suggerimenti pratici, sebbene motivati comunque dalla necessità di non limitarci a sfruttare delle tecniche, ma a ricorrervi per raccontare le nostre emozioni. Che in autunno sicuramente faranno riferimento alle atmosfere e ai colori dei boschi (ma alcune considerazioni che farò valgono anche per la fotografia urbana).
L’autunno è la stagione delle nebbioline e del foliage, il fenomeno che rende colorate le piante, generalmente nelle tonalità del giallo e del rosso.
Quante foto di viali di città immersi nella nebbia, strade campestri con la foschia e boschi multicolori abbiamo visto? Milioni.
Probabilmente solo i tramonti e i gatti riescono a battere questo tipo di soggetti, grazie alla loro piacevolezza e spettacolarità.
Come sempre, esiste comunque il modo di realizzare qualcosa se non di totalmente innovativo, almeno meno “visto”.
A cominciare dal bianco e nero.
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Il grigiore delle nebbie è già quasi monocromatico, mentre i colori dei boschi possono essere sapientemente tramutati in una gamma di tonalità di grigio che non farà rimpiangere il cromatismo originario.
Ma l’autunno è anche il periodo migliore per praticare l’ICM (Intentional Camera Movement) “arboreo”.
Muovendo la fotocamera, con tempi di almeno 2-3 secondi, si possono letteralmente pennellare i colori, ottenendo immagini molto suggestive.
A seconda dei tempi di scatto, l’effetto sarà più o meno astratto, e dunque il vero limite è solo la vostra fantasia.
Vi conviene partire dal movimento classico, quello dall’alto verso il basso, o viceversa, seguendo il senso dei tronchi: si ottengono così foto molto geometriche con gli alberi trasformati in serie di linee parallele.
Siccome non voglio certo fare un decalogo della fotografia d’autunno, mi limito a darvi qualche consiglio, e qualche spunto, a cui magari non avevate ancora pensato.
Fotografare i funghi
Non solo foglie, verrebbe da dire. Ottobre e novembre sono anche i mesi dei funghi che costituiscono un soggetto fotografico straordinario, specialmente quelli velenosi o immangiabili, spesso i più colorati o dalle forme singolari.
Si possono riprendere inseriti nel contesto ricorrendo a un grandangolare, anche molto spinto, oppure isolarli con un obiettivo tele, magari giocando con lo sfocato.
Essenziale ricorrere a un cavalletto, che abbia però la possibilità di aprire completamente le gambe, o di invertire la colonna centrale, in modo da poter portare la fotocamera praticamente al livello del suolo.
Un’alternativa è il classico sacchetto di tela, ma va bene anche di plastica, riempito di sabbia o riso (“beanbag” in inglese, sacchetto di fagioli, ma il riso funziona meglio a mio parere).
Messo direttamente sul suolo, vi si può facilmente poggiare la fotocamera che manterrà la posizione garantendo una buona stabilità.
Infatti, l’errore che i più commettono (simile a quello che si fa fotografando i bambini) è di non scendere al livello dei funghi. Invece in tal modo, facendovi “piccoli come formiche” otterrete risultati migliori.
Con funghi molto grandi (come la Macrolepiota procera, o “mazza di tamburo”) potreste addirittura far la foto da sotto il cappello verso l’alto.
Attendere le nubi
Come in tutte le situazioni ombra-luce, nei boschi il sole può essere un nemico, a causa del contrasto che viene a crearsi. E’ vero che si possono ottenere risultati pregevoli, specialmente se c’è un po’ di nebbia, o negli orari mattutini e serali, ma in genere un cielo velato o nuvoloso offre maggiori opportunità di scatto.
Utilizzate un filtro polarizzatore
Il polarizzatore viene utilizzato, dai più, per scurire l’azzurro del cielo (l’effetto è massimo a 90° rispetto al sole, il che rende questa tecnica in verità poco utile) o eliminare i riflessi. Proprio il fatto che il filtro polarizzatore elimina i riflessi lo rende uno strumento utilissimo per fotografare nei boschi durante il foliage e incrementare la saturazione, ma anche i tempi di scatto, il che rende il più delle volte indispensabile il cavalletto.
Sfruttate il mosso
Le foglie si muovono, se non c’è una totale calma di vento, e visto che sono colorate possono essere riprese sfruttando tempi lunghi o lunghissimi di scatto (con fotocamera su treppiede), per ottenere “nuvole colorate” al posto delle chiome degli alberi.
Già utilizzare un polarizzatore, come detto, aiuta ad allungare i tempi (e aumentare la saturazione), ma se volete ottenere gli effetti più spettacolari, o scattate in pieno giorno, dovrete ricorrere ai filtri ND.
E’ bene averne almeno due: un ND 8 e un ND1000. Quest’ultimo è quasi nero e vi toglie ben 8 diaframmi di luminosità. Anche in pieno sole, potrete scattare con tempi prossimi a 7-8 o più secondi.
Combinando i due filtri, si arriva facilmente a superare il minuto di posa, e il mosso è garantito! Potete scegliere sia filtri a lastrina (da acquistare insieme all’apposito portafiltri) che a vite (tondi), ma è bene non risparmiare troppo, per evitare fastidiose dominanti cromatiche o perdite di nitidezza.
E allora: buon divertimento!