Leica Monochrom: quell’oscuro oggetto del desiderio

Leica Monochrom?! “Una grande operazione di marketing” – “Una furba trovata pubblicitaria” – “Un’assurdità” – “Settemila euro per una macchina che fa solo foto in bianco e nero ?!” – ect. etc. etc.

Queste sono alcune delle esternazioni che mi è capitato di sentire parlando di questa macchina fotografica a dir poco “controversa”.

E certamente un fondo di verità c’è.

Non c’è dubbio che uno degli obiettivi di Leica nel far uscire questo modello sia stato riprendersi quell’aura di esclusività, di nicchia, di capacità di sorprendere che si era offuscata nel passaggio all’era digitale.

Operazione Leica Monochrom: la stangata 2.0?

Insomma, con la M Monochrom, Leica è certamente riuscita nell’intento di far parlare di sé.

Ecco qualche ritratto, in pose diverse,  della nostra eroina di oggi

Detto questo, possiamo dire che si tratta di un trucco? Di un’operazione vuota? Di una “truffa” ai danni degli appassionati? Di uno specchietto per quelle allodole di Leicisti, che non vedono l’ora di farsi abbindolare dall’illusione del ritorno del mito?

Io non credo. E le ragioni sono tante. Alcune cercherò di condividerle qui. Ma prima lasciami fare una premessa. Sono certo che NON riuscirò a convincerti che la Leica Monochrom è uno strumento essenziale per te che vuoi essere fotografo di bianco e nero.

E sai perché? Perché semplicemente non è così.

Leica e il paradosso dello smartphone

Ormai molti anni fa ho avuto la fortuna di partecipare a un workshop di ben dieci giorni con un fotografo che mi ha fatto capire molto di quel poco che capisco di fotografia: Alex Majoli.

Ai tempi il digitale era agli inizi, e ancora molti fotografi erano legati alla pellicola. Io, scimmiottando Salgado mi portavo dietro una Leica R8 con tutte le sue ottiche e ammennicoli vari, e una Leica R4 come back-up.

Lui – Majoli – quando non aveva bisogno assoluto del digitale per motivi professionali (il lavoro con i quotidiani o i settimanali) girava ai tempi con una M4. Un giorno, durante una di quelle mitiche cene di fine giornata, mi dice:

“Sai cosa amo della mia Leica?:”

  • Leggerezza
  • Affidabilità
  • Silenziosità

Per la fotografia di moda o di architettura magari non sono questi i valori fondamentali. Ma se ami il reportage o la foto di strada – beh – la discrezione, la maneggevolezza e la leggerezza sono importanti tanto quanto, se non più, della pura performance tecnica”

Non potevo essere più d’accordo.

Quando l’obiettivo è non farsi sfuggire il momento decisivo, la leggerezza, la prontezza, la velocità, la semplicità, la non invasività, la confidenza con il mezzo, sono di gran lunga più importanti di qualunque altro elemento tecnico.

Ora, certamente le ottiche Leica sono sempre state ottime, certamente Leica è stata la macchina di Cartier-Bresson, di Koudelka e di decine di altri fotografi che hanno fatto la storia della fotografia ….

Che Guevara Leica

Una delle foto più iconiche del ventesimo secolo. Presa da Alberto Korda con, guarda caso, una Leica M2. 

Ma prova a pensarci….

Oggi, qual è lo strumento che mette insieme queste stesse caratteristiche in un unico oggetto, e che fa anche le fotografie? Lo smarphone.

Ovviamente sto esagerando, non voglio dire che non ci sia motivo di avere una macchina fotografica e che dovremmo tutti fotografare con il telefonino! Ma, se ti va, guarda questo video (sempre Majoli) che ti racconta il rapporto di un fotografo con lo strumento del suo lavoro.

Scoprirai un punto di vista ovviamente personale e arbitrario, ma per certi versi illuminante e catartico.

Il rapporto con la macchina fotografica

Ci compriamo una macchina fotografica, e amiamo usarla, in quanto tale.

Ma tranne che in condizioni molto particolari, talmente tecniche da far sì che solo alcuni strumenti possano essere adeguati, la macchina fotografica è un oggetto che non cambierà di per sé la tua performance di fotografo. Questo vale per Leica Monochrom esattamente come per qualunque altra.

È semmai il rapporto con lo strumento che fa la differenza.

Hai mai tenuto in mano una Leica M?  Ti consiglio di farlo. Puoi trovare una Leica M4 per poche centinaia di euro su e-bay.

È vero che gestire la pellicola oggi può essere un inferno, ma con un buono scanner e uno sgabuzzo dove sviluppare i negativi, potrai toglierti delle soddisfazioni che non puoi nemmeno immaginare. C’è un unico inconveniente, potresti non tornare indietro…

E qui possiamo tornare all’oggetto del nostro articolo: perché qualcuno dovrebbe amare la Leica M Monochrom.

Amare la Leica Monochrom

Beh, per me, la ragione principale per avere una macchina che scatta solo foto in bianco e nero, come la Leica Monochrom, è lo stato mentale i cui entri quando fotografi. Perché Scattare in bianco e nero non significa convertire in bianco e nero un’immagine a colori.

Chi, come me, ha iniziato a scattare a pellicola, ricorda il tempo in cui dovevi decidere a priori se montare un tipo di pellicola o l’altro.

Ho ancora vivida nella memoria l’immagine delle scatole gialle dei Tri-X 400 (è incredibile ma se vuoi su Amazon lo trovi ancora, a questo link), e l’odore un po’ pungente del Tetenal (idem come sopra).

E questo cambia il tuo modo di guardare il mondo.

Forse più ancora per un amatore che per un professionista. Un professionista deve padroneggiare il mezzo a tal punto da non lasciarsi condizionare o distrarre dalle possibilità tecniche che ha. Un amatore no. O non necessariamente.

Ma la scelta ti obbliga a misurarti con la consapevolezza (o meno) di quello che stai facendo. E la consapevolezza in fotografia è tutto. Non sei d’accordo?

Prova a leggere questo interessante post sul grande fotografo Rocco Barbieri per un intelligente spunto di riflessione al riguardo.

“Certo che  spendere 6- 7000 euro per entrare in uno stato mentale” penserai…

Ma ovviamente il prezzo non c’entra. Se dovessimo fare un discorso razionale sul prezzo del 99% delle macchine fotografiche (e di tutti gli annessi) che troviamo sul mercato, scopriremmo che la spesa che siamo disposti a fare non è quasi mai giustificata.

D’altra parte che cosa la giustifica? Nella stragrande maggioranza dei casi solo la nostra soddisfazione più intima e impalpabile. C’è qualcosa di meno razionale di questo?

Se ti interessa la questione prezzo, salta in avanti sull’articolo, e leggi il capitolo “Possedere un mito”. E’ l’unica vera ragione oggi per acquistare una Leica.

Ma il fatto che sia l’unica non implica che non sia sufficiente, anzi…

Comunque, vediamo prima che cosa contraddistingue, da un punto di vista tecnico, questa piccola macchina fotografica.

Leica Monochrom: aspetti tecnici

La Leica Monochrom, da un punto di vista tecnico, non può essere valutata secondo i parametri delle altre macchine fotografiche. E’ nata infatti per il Bianco e Nero, e per quello va soprattutto giudicata.

Prima però di parlare approfonditamente di questo aspetto, qualche caratteristica tecnica generale voglio menzionarla:

  • Sensore da 24 megapixel
  • Range ISO 320-25.600 (non farti ingannare dai numeri, non noterai alcun rumore digitale fino a 1600, e fra poco vedremo perché!)
  • Scatto continuo a 4fps (Pochissimo!!! Qualunque reflex entry level da 300 euro fa di meglio)
  • No Autofocus!!!
  • No connessione WI-FI o Bluetooth!!

….. Semplicemente assurdo no?

6 mila euro di Leica Monochrom e neanche il wi-fi o l’autofocus. Viene il sospetto che in qualche maniera Leica quasi lo abbia fatto apposta, proprio per distinguersi e dire dal principio “non sono per tutti, prendimi solo se mi vuoi“.

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Cominciamo allora a vedere che cosa ha davvero di unico questa macchina fotografica…

Le speciali qualità del bianco e nero della Leica Monochrom

Se devo essere sincero, prima che uscisse la Leica Monochrom, mi sono sempre chiesto perché non esistessero macchine fotografiche digitali con sensore monocromatico.

Sì – ok – esistono soluzioni per pochissimi come il modulo medio formato IQ2 Achromatic della Phase One ma, diciamoci la verità, la Leica M Monochrom è l’unica macchina al momento sul mercato che ci riporta al mondo del bianco e nero tout-court.

Sarà che nell’arco della mia vita professionale molto mi sono occupato di fotografia in ambito scientifico, ma questa cosa proprio non mi è mai andata giù.

Nella fotografia scientifica i sensori RGB sono l’eccezione, non la regola. Se proprio non ne puoi fare a meno, allora usi un sensore a colori, ma se puoi evitarlo non aspetti altro. La ragione? In realtà non c’è nulla di più banale. Si chiama filtro Bayer.

Detto in poche parole, il sensore non è di per sé sensibile al colore. Per far sì che il segnale luminoso venga associato ai diversi colori, in un sensore a colori ogni pixel è dotato di un piccolo filtro che fa passare solo alcune lunghezze d’onda.

Nella sua versione standard il 50% dei pixel vedono il rosso, il 25% il verde, e il restante 25% il blu.

Questo significa due cose:

  • + Rumore
  • – Sensibilità e Risoluzione

Perché? I filtri, TUTTI,  di per sé comportano una perdita di segnale: basta pensare all’effetto che fa guardare una scena attraverso un vetro, per quanto trasparente sia.

E in questo caso, per definizione, i filtri non possono essere perfettamente trasparenti. In secondo luogo, ogni pixel – come abbiamo detto – “vede” solo un colore, diciamo per esempio il verde.

E allora come faccio a sapere quanta luce rossa e blu c’è in quel punto?

Il sensore e il suo software fanno una stima, sulla base dei pixel più vicini rossi o blu. Cominci a intuire perché la foto diventa più rumorosa?

E per una conversione in scala monocromatica la situazione è ancora peggiore. Una immagine monocromatica è sostanzialmente una mappa di luminanza, di intensità di luce. Ma in un sensore RGB la luminanza viene stimata solo sulla base dei pixel verdi. Per i pixel rossi o blu di nuovo mi baso su una stima.

E ovviamente più stime devo fare, più perdo in precisione, che in questo caso prende il nome di risoluzione, sensibilità, e gamma dinamica.

Ho trovato una metafora interessante: “Scattare una fotografia in bianco e nero utilizzando un sensore RGB è un po’ come se uno per fare un disegno a china di un panorama dovesse indossare un paio di occhiali con una lente blu e una verde. E poi disegnare cercando di intuire l’intensità delle luci e delle ombre alternando sguardi con l’occhio sinistro e con quello destro per combinare l’informazione”.

E allora, se sapessi di voler scattare in bianco e nero, e ne avessi la possibilità, non toglieresti questi filtri?

Bene, hai appena ottenuto la Leica Monochrom.

Non starò qui a tediarti con mille dettagli e numeri. Se sei interessato a valutazioni comparative obiettive – e mastichi un poco di inglese – ti consiglio questi due articoli. Io li ho trovati estremamente interessanti e informativi:

Hai una Leica Monochrom? Allora possiedi un mito

Ma questa questione del sensore che abbiamo appena visto, alla fine, è il meno ….

Veniamo invece al punto vero, quello che ti avevo anticipato, e che distingue la Leica Monochrom (e le altre Leica di alta fascia) da tutte le altre macchine fotografiche:

Quando usi una fotocamera Leica stai usando “LA” macchina che ha cambiato la storia della fotografia moderna. Per intenderci, la macchina fotografica che è stata di Henri Cartier-Bresson e di quasi tutti i grandi fotografi che ti possono venire in mente dagli anni cinquanta ad oggi.

Cartier-Bresson Leica

Cartier-Bresson con la sua fidata Leica, che tra l’altro di solito accoppiava esclusivamente a un obiettivo 50 mm

Certo, non sarà razionale, ma resta il fatto che avere tra le mani un pezzo di storia ha un suo intrinseco valore emozionale enorme.

Nel 1954 Leica (ai tempi Leitz) presentò al mondo la Leica M3 – e fu l’inizio di una nuova era.

Nota che la Leica M3 era estremamente costosa per quei tempi. Perché già da allora – e poi sempre fin da allora – la strumentazione Leica è costosissima.

Ciononostante, la M3 resta per Leica il maggior successo commerciale di sempre. Ancora oggi, dopo più di 60 anni, sono molti gli esemplari della prima serie che ancora funzionano perfettamente. Riesci a immaginarti la tua macchina attuale nel 2070?

Ora, la Leica Monochrom certamente non è la M3, ma ne porta i blasoni e, nella mia modesta opinione, la sua unicità resta il miglior modo di onorarla sessant’anni dopo.

Conclusioni: la Leica Monochrom, ti fa fotografare meglio?

Come avrai notato non ho indugiato a presentarti troppi dettagli sulle caratteristiche tecniche della M Monochrom.

Li puoi trovare ovunque, primo tra tutti sul catalogo ufficiale Leica. Qui ho cercato di trasmetterti un’idea delle sensazioni di uno che, potendosela permettere, non esiterebbe un attimo a procurarsene una.

E qui vengo a un altro punto tanto importante quanto, forse, un po’ irrazionale come il precedente.

Se guardo le foto che ho fatto con le mie amate Leica, sia la R8 che la R4, mi sembrano le più belle in assoluto che io abbia fatto.

Sai quale penso che sia il motivo?

Vedi, credo che quando tengo  in mano una Leica, il peso della grande storia che si porta dietro mi stimoli a dare il meglio di me per cercare di esserne all’altezza. : )

Tutto qua.

Quindi, se cercavi una ragione razionale per doverla comprare temo non la troverai, qui come altrove.

Alla meglio forse puoi trovare qualche debole scusa. Ma la domanda da farti è: davvero ti serve una ragione per farlo? Forse – paradossalmente – hai semplicemente bisogno di una Leica.

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