LA MOSTRA DI PAOLO ROVERSI A RAVENNA – STUDIO LUCE

LA MOSTRA DI PAOLO ROVERSI A RAVENNA è un articolo di Elisa Nocentini. 

Elisa nasce nel 1991 a Sansepolcro, in provincia di Arezzo, dove vive e risiede.

Dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Scientifico “Città di Piero” di Sansepolcro si iscrive nel 2011 alla facoltà di Disegno Industriale presso l’ateneo di San Marino laureandosi nel 2015 con ottimi voti.

Nel 2012 ha praticato uno stage formativo presso lo studio D’apostrophe, a Firenze, dove ha affinato le sue abilità ed interessi nel settore della corporate identity, visual communication, editorial e web design.

Muove i primi passi nel settore della moda nel 2015 e da allora lavora per numerosi brand e aziende a livello nazionale e internazionale. Nel 2017 grazie alla sinergia con CasermArcheologica apre lo studio dove tutt’ora lavora. Dallo stesso anno è anche fotografa ufficiale di Kilowatt Festival, uno dei più importanti festival di teatro contemporaneo.

Il mio sito: www.elisanocentini.com

Il mio IG: @elisanocentiniphoto

Domenica 2 Maggio, dopo mesi di chiusure dei musei, ho avuto la possibilità di andare a visitare la mostra dedicata a Paolo Roversi presso il MAR di Ravenna. Da fotografa specializzata in moda, Roversi è fin dagli inizi della mia carriera un punto di riferimento. Quel fotografo fuori dagli schemi che riesce a dare un tocco di arte anche al lavoro all’apparenza più commerciale.

Paolo Roversi, classe ’47, è uno dei fotografi di moda più affermati e rinomato a livello internazionale come interprete della moda capace di creare atmosfere dalla forte carica emotiva. Nella sua città natale, nella cornice del Museo d’Arte di Ravenna, sarà possibile visitare fino al 06 Giugno 2021 la mostra “Paolo Roversi – Studio Luce”, la più completa mostra monografica dedicata al fotografo ravennate, un viaggio attraverso i suoi lavori più recenti – tra cui gli scatti del Calendario Pirelli 2020 – e inediti provenienti direttamente dagli archivi del maestro, frutto di un lavoro decennale per brand come DIOR, Comme des Garçons e per magazine come Elle e Vogue.

La mostra è curata con grande sensibilità da Chiara Bardelli Nonino, con le scenografie di Jean-Hugues de Chatillon e con il progetto esecutivo di Silvestrin & Associati. Realizzata dal Comune di Ravenna, Assessorato alla Cultura e MAR, con il prezioso contributo di Christian Dior CoutureDauphin ePirelli, main sponsor della mostra, costituisce un’occasione unica per conoscere a fondo il lavoro di Roversi.

__“LO STUDIO È UN PALCOSCENICO DOVE TUTTO PUÓ ACCADERE”

L’esposizione si sviluppa su tre piani del museo e si compone di 270 scatti accostati in maniera eccellente. Il percorso della mostra si può definire uno svolgimento della capacità del fotografo ravennate di rendere visibile l’invisibile, di rendere chiara l’anima delle persone ritratte ma anche degli oggetti.

Ad aprire questo percorso, al piano terra, sono le sue prime fotografie di moda e una serie di ritratti di amici – tra cui Peter Lindbergh e Robert Frank – ed artisti che si alternano a still life di props del suo studio parigino, l’atelier in Rue Paul Ford che Roversi ha battezzato proprio Studio Luce, fucina delle fantasie rese vive dalla sua sensibilità e conoscenza della luce e della sua Deardorff, la macchina di grande formato a pellicola con cui Roversi scatta sempre. Il filo conduttore di tutta la mostra è proprio lo studio a Parigi, un luogo della mente oltre che fisico, un punto di partenza e di arrivo della poetica di Roversi.

__“UNA MUSA È VENTO CHE TI PORTA AL LARGO”

La mostra prosegue al primo piano con un omaggio alla figura della “musa” dantesca – in concomitanza del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, altra figura legata a Ravenna – un rimando alla Beatrice della Divina Commedia, interpretata nelle opere di Roversi in chiave contemporanea da donne iconiche del mondo dello spettacolo quali Natalia Vodianova, Kate Moss, Naomi Champbell e Rihanna. Per Roversi la fotografia è un rapporto reciproco, una fonte di un’energia che si crea tra soggetto fotografato e fotografo, quindi la “musa” non è più solo un soggetto ispiratore ma diviene anche una presenza creatrice. La musa con la sua presenza crea qualcosa insieme al fotografo. Roversi riesce ad andare oltre la superficie delle cose e a scavare in profondità cogliendo ciò che sta dietro all’apparenza.

__“LA FOTOGRAFIA È IL TEATRO DEL TEMPO”

L’ultimo piano è lo spazio dedicato interamente alla moda, che anche se per sua natura è fugace e passeggera, in Roversi diventa senza tempo, raggiungendo una forma quasi pittorica. Gli abiti diventano delle forme astratte, delle sculture che richiamano i manifesti futuristi. Mostrare un abito non è più mera pubblicità ma si fa arte.

Questa concezione diviene evidente se si pensa che alcuni scatti esposti nascono come editoriali per magazine come Vogue ma restano coerenti anche in spazi espositivi come quello della mostra del Mar. Non è un caso che Roversi parli della sua fotografia di moda come di ritratto, riuscendo a rimanere sempre fedele a sé stesso ed al suo stile. Anche qui ritorna quella sottile linea di demarcazione tra luce e ombra che rende il tutto etereo ed indefinito. È quello che si vede, infatti, nei lavori per Comme des Garçons in cui c’è una completa corrispondenza tra l’idea dell’abito e la foto che lo racconta, forse proprio perché esiste quella sottile linea di separazione tra la realtà – la luce – e la fantasia – l’ombra.

__“UNA FOTOGRAFIA È SEMPRE UNA DOMANDA MAI UNA RISPOSTA”

Infine vi è una sezione dedicata interamente al Calendario Pirelli 2020 dal titolo “Looking for Juliet” di cui Roversi è il primo fotografo italiano ad aver firmato il progetto. Il calendario è una sorta di racconto visivo – che si sviluppa in un libro e in un film – in cui l’autore va alla ricerca della Giulietta che è dentro ad ogni donna attraverso un finto casting per un film su Romeo e Giulietta. Le attrici – Claire FoyMia GothChris LeeIndya MooreRosalíaStella RoversiYara ShahidiKristen StewartEmma Watson – vengono ritratte in due momenti: il primo al loro arrivo sul set, senza trucco di scena, in cui dialogano con Roversi e si presentano nella loro forma più intima e personale. Nel secondo momento vengono ritratte con gli abiti di scena, diventando protagoniste del dramma shakespeariano. Ancora una volta la realtà e la finzione si fondono nel lavoro di Roversi, e la sua idea di bellezza diviene marcatamente inclusiva. Il calendario si compone di 132 pagine, con il datario in copertina, brani tratti dal Romeo e Giulietta e 58 foto, a colori e in bianco e nero, che ritraggono le protagoniste e la città di Verona.

__”ESISTE UN’ALTRA LUCE CHE OGNUNO PORTA DENTRO… UNA LUCE CHE ILLUMINA L’INVISIBILE”

La fotografia non è mai una riproduzione esatta della realtà e nel lavoro di Roversi, questo si coglie chiaramente. Le sue fotografie si possono definire una vera rappresentazione di un concetto, una porta verso un mondo fantastico o un’idea. Quello che rende la fotografia tale non è la conoscenza della tecnica ma è lo sguardo e il cuore del fotografo.

__“ALLA FINE LA FOTOGRAFIA È SOLO QUESTIONE D’AMORE”

Quella che il MAR dedica a Roversi non è una mostra solo per intenditori o praticanti di fotografia di moda, ma non è neanche una mostra solo per fotografi. È una mostra dedicata a tutti quelli che sono attratti dalla bellezza nella sua forma più assoluta, a tutti quelli che sanno coglierla attraverso le cose più semplici. Roversi ha dichiarato all’inaugurazione che gli piacerebbe che questa mostra, composta anche da inediti, abbia la possibilità di viaggiare per il mondo, ma sono che la cornice della silenziosa Ravenna le conferisca quella dimensione intima e personale che la rende unica nel suo genere. Per questo consiglio a tutti, colleghi e non, di visitare questa mostra sapientemente studiata non solo per farci apprezzare l’arte e lo studio dell’autore ma anche per farci percorrere una strada attraverso la nostra interiorità.

Elisa Nocentini

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