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La top di gamma si rinnova (senza grandi colpi di scena)
La Nikon D6 è stata lanciata sul mercato nella primavera del 2020 e, oltre a costituire un rinnovamento della D5, è anche la prima ammiraglia di casa Nikon a offrire un GPS integrato.
Ma oltre a questo piccolo dettaglio, in quattro anni, com’è cambiata la DLSR di punta della casa giapponese? Per rispondere sinteticamente, prima di addentrarci nei dettagli della recensione, diciamo in modo preliminare che la Nikon D6 ha mantenuto la stessa risoluzione del sensore a 20.8Mp della D5, la stessa assenza di una stabilizzazione delle immagini “built-in”, ma ha ricevuto qua e là diverse apprezzabili modifiche, tra cui un nuovo processore più prestante, l’Expeed 6.
Di primo acchito, probabilmente, la scheda tecnica della Nikon D6 non deve avere impressionato i professionisti più esigenti o i consumer più navigati, ma tra le novità forse può sfuggire la velocità di scatto continuo portata a 14 fotogrammi al secondo (anche con AutoFocus), un miglioramento di 2 Frame al secondo, rispetto al modello che l’ha preceduta nel 2016: non un’inezia come potrebbe apparire, infatti chiunque si sia trovato a fotografare eventi sportivi o fauna selvatica sa benissimo che quei due fotogrammi in più possono fare la differenza tra un acclamato scatto di copertina e un’opportunità persa.
Qualche novità, quindi, nella nuova top di gamma Nikon, ma non si può certo dire che la Nikon D6 sia un modello rivoluzionario, uno di quelli capace di segnare un’epoca.
Tutto di altissimo livello, come è lecito pretendere da un’ammiraglia, ma troppi pochi guizzi. È questa, in breve, la tesi del sito Digitalcameraworld, che attribuisce quattro stelle su cinque alla Nikon D6, motivando in questo modo un rating buono ma non eccelso:
Se desiderate una fotocamera esclusivamente per le foto e per catturare azioni in veloce movimento, la Nikon D6 è una bomba. Il nuovo sistema AF è veloce e affidabile, il range ISO non ha rivali e la connettività all’avanguardia – abbinata a un software smart – ne fanno un potente strumento professionale. Tuttavia, alcune specifiche della Nikon D6 sono in alcuni casi superate dalle principali rivali e la continua dipendenza dall’AF a contrasto per il Live View (e, di conseguenza, per i video) è una nota dolente. Per i professionisti che già lavorano nell’universo Nikon, si tratta di un degno aggiornamento, ma per chi vuole investire nel primo corpo macchina professionale, probabilmente c’è di meglio”.
Nikon D6: Corpo Macchina, Design, Ergonomia
Con questa Nikon D6, i Nikonisti pro non si troveranno certo per le mani una fotocamera troppo diversa dal modello precedente, abituati come sono al classico corpo macchina “monoblocco” con doppio grip, tipico delle flagsghip DLSR. Ovviamente, il peso è notevole: circa 1450 grammi con batteria e due card di memoria CFexpress, ma si tratta di un peso destinato ad aumentare considerevolmente – non meno di 4/5 Kg in tutto – aggiungendo dei teleobiettivi. Abbondanti anche gli ingombri: la Nikon D6 misura 160mm in larghezza, 163 in altezza e 92 in profondità.

Nonostante un ingombro notevole e un peso importante – di poco inferiore alla Canon EOS-1D X Mark III (leggi qui la recensione completa della Canon EOS- 1D X Mark III) ma nettamente maggiore di quello della Sony Alpha A9 Mark II – la Nikon D6 è stata prodotta per venire incontro alle esigenze dei professionisti: è piacevole da maneggiare e ha un layout dei pulsanti che risponde ottimamente alle regole della più evoluta ergonomia.
Resistente alle intemperie e alla polvere, di una robustezza che non ha eguali, il corpo macchina della Nikon D6 offre la retroilluminazione dei tasti e controlli duplicati su entrambi i grip, per un utilizzo equivalente, sia verticale che orizzontale. L’unico disorientamento tra le due impugnature può avvenire con il joystick dell’AutoFocus, posizionato sui due grip in modo leggermente diverso, ma dopo qualche utilizzo ci si abitua senza problemi a questa perdonabile asimmetria.
Una volta conosciuta bene, con qualche ora di utilizzo, la Nikon D6 è una fotocamera molto friendly da un punto di vista dell’usabilità e dell’ergonomia. Se poi si giunge dal modello precedente, l’approccio sarà praticamente immediato. Quando si arriva al fatidico step dell’occhio sul mirino e le dita sui pulsanti giusti – così da evitare di addentrarsi nelle funzioni del menù – allora è fatta. E con Nikon D6 questo traguardo è raggiungibile senza troppi problemi, per via di un layout dei pulsanti fisici studiato alla perfezione.
Nikon D6: mirino, display, connessioni e batteria
Niente di nuovo per quel che riguarda il display. La Nikon D6 mantiene lo stesso monitor da 3.2” e una risoluzione di 2.359 milioni di punti, ovvero le stesse caratteristiche della Nikon D5. Si tratta di un pannello fisso, mantenuto tale anche per preservare una tropicalizzazione perfetta, ovvero una compattezza di altissimi livelli e una resistenza all’acqua che ha pochi rivali.

Oltre al monitor principale, la Nikon D6 offre altri due LCD utili per visualizzare parametri e impostazioni: uno si trova sulla piastra superiore, l’altro poco sotto il pannello principale. Anche il mirino è rimasto l’ottimo pentaprisma ottico presente nel modello precedente con il 100% di copertura e un ingrandimento di 0.72x. Eccellente l’ergonomia dell’occhio e buona la luminosità offerta.
Per quel che riguarda la connettività, la Nikon D6 ha ricevuto qualche miglioria che la pone tra le fotocamere più avanzate in questo senso: nel corpo macchina sono stati integrati WiFi, GPS e Bluetooth e le connessioni più aggiornate come USB-C, ingresso microfono stereo, uscite cuffie, HDMI tipo C, connettore telecomando, RJ45, doppio slot per schede CFexpress/XQD di ultima generazione. Anche sulla durata della batteria la Nikon D6 non delude, attestandosi sugli stessi alti livelli della D5 con circa 3600 scatti con una singola carica, in condizioni ottimali (CIPA).
Specifiche Tecniche di Nikon D6
- Sensore: FX, CMOS, 35,9 mm x 23,9 mm
- Processore: Expeed 6
- Mirino: Pentaprisma, copertura (verticale/orizzontale) 100%, ingrandimenti 0.72x
- Display: LCD touchscreen TFT, circa 2359K punti, da 8 cm con angolo di visione di 170°, copertura dell’inquadratura 100%, luminosità su 11 livelli
- Sistema AutoFocus: Con mirino rilevamento fase TTL; 105 punti AF con sensore a croce 15 dei quali supportano f/8; in Live View AF con rilevazione del contrasto disponibile su tutti i punti del fotogramma.
- Sensibilità ISO: 100-102400 (estendibile a 50-3280000)
- Tempo di scatto: 900” – 1/8000
- Scatto continuo: 14Fps
- Registrazioni video: UltraHD 4K (3840 x 2160) 30/25/24p; FullHD 2K (1920 x 1080) 60/50/30/25/24p
- Interfacce: Connettore USB-C 3.1, Connettore HDMI tipo C, Jack mini-pin stereo per microfono, Spinotto mini-jack stereo per cuffie
- Connessioni: WiFi IEEE 802.11 b/g/n/a/ac da 2412 a 2462 MHz, Bluetooth 4.2, GPS incorporato
- Flash incorporato: No
- Memoria: doppio slot per CFexpress (tipo B) o XQD
- Batteria: ricaricabile Li-ion EN-EL18c
- Peso: 1270 grammi (1450 grammi con batteria e schede incluse)
- Dimensioni (LxAxP): 160 x 163 x 92 mm
Nikon D6: l’Autofocus
Ulteriormente migliorato rispetto alla D5, il nuovo sistema AF della Nikon D6 è davvero notevole, grazie a un’intelligenza artificiale che gli permette di rilevare i soggetti in frazioni di secondo: li memorizza velocemente e non li perde di vista nemmeno quando fuori dal campo visivo. Questo succede sia per le situazioni sportive – dove il soggetto non viene mai abbandonato, anche quando qualcuno gli si para davanti, rendendo la situazione confusa – sia per gli shooting di fauna selvatica, in cui il sistema AF della Nikon D6 si comporta benissimo “ricordandosi” degli animali anche qualora sparissero dietro un cespuglio o si trovassero all’interno di un gruppo di simili.
Come già accennato, c’è stato un upgrade rispetto al modello precedente: 105 punti AF a croce sono un passo avanti rispetto al suo predecessore (che ne aveva 153 in totale ma solo 99 di tipo a croce e solo 55 selezionabili). Detto questo, la concentrazione dei punti al centro dell’inquadratura, può essere un limite per alcuni scatti, soprattutto perché la Canon offre 191 punti (con ben 3.869 in Live View) e Sony 693. Questa differenza è ancora accettabile se utilizziamo il mirino ottico, ma il sistema AF della Nikon D6 mostra davvero tutti i suoi limiti nel Live View, dove il rilevamento di contrasto per immagini sportive non è certo l’avanguardia, anzi. E allora può capitare che in una clip dove ci sono diversi soggetti ravvicinati – un qualsiasi sport di squadra, dal basket al calcio – il rilevamento dei volti… perda diversi colpi. E può anche succedere che, al di là del riconoscimento del viso, il sistema AF della Nikon D6 perda di vista anche la fisionomia del corpo, mettendo a fuoco un soggetto che non ci interessa.
Fortunatamente, lo scatto continuo a 14Fps risulta essere più che sufficiente per catturare i momenti cruciali che si vogliono immortalare, niente da dire. Ma le concorrenti Canon e Sony, rimanendo sul top di gamma, offrono 20 frame al secondo, regalando ulteriori possibilità di carpe diem.
Nikon D6: Qualità Immagini e Registrazioni Video
Utilizzando l’impostazione “large” JPG – il massimo della risoluzione per questo tipo di file, sfruttando pienamente il sensore – le immagini prodotte dalla Nikon D6 hanno un “peso” che va dai 13 ai 15Mb, a seconda del valore ISO utilizzato. Un carico del genere, viste le connessioni di cui è dotata questa macchina, non è affatto proibitivo, risultando molto gestibile per invii in tempo reale dal luogo dello scatto.
Utilizzando un obiettivo ad ampia escursione come un 70-200mm f / 2.8, la qualità delle immagini in condizioni di scarsa illuminazione è piuttosto stupefacente, nonostante un’ottica di questo tipo non sia da considerare il massimo per quel che riguarda un lavoro a mano libera, non essendo in grado di assorbire i micro tremolii della mano. Eppure con la Nikon D6 gli esiti sono davvero straordinari.
Detto ciò, è chiaro che lo stratosferico range ISO proposto “sulla carta” da Nikon si riveli nei fatti qualcosa di irrealizzabile: spingendo con i valori massimi, i dettagli di un soggetto si confondono con l’enorme quantità di rumore digitale prodotto. Quando la qualità dell’immagine è più importante, è suggeribile di mantenere un valore ISO 64.000 o inferiore, se possibile. A ISO 64.000, il rumore è evidente nelle aree di tonalità uniforme dei file RAW con una scala del 50% sul monitor di un computer, ma è anche visibile un livello di dettaglio notevole. Allo stesso step, i file Jpeg acquisiti sembrano un po’ più “impastati” e se si ingrandisce al 100%, sono presenti alcune sbavature.
Gamma cromatica indiscutibile, ottimi dettagli, colori molto naturali. La Nikon D6 offre tutto questo, ma non dimentichiamoci che – per quanto top di gamma – non si tratta di una fotocamera big megapixel per cui… il suo fine ultimo è produrre immagini che abbiano la definizione giusta per essere pubblicate sulla copertina di un giornale o sulla home page di un sito Web.
Prima delle conclusioni, il comparto video della Nikon D6. In termini di dettaglio, colore ed esposizione, questa fotocamera è in grado di produrre video di altissima qualità in 4K (30Fps). Lo schermo fisso, oltre al crop dell’inquadratura di 1.7x, rimane però un limite. Ovviamente è possibile collegare un monitor esterno alla fotocamera ma non sarebbe proprio la stessa cosa. Un altro limite non da poco è la messa a fuoco in Live View che abbiamo già commentato. Certo, è migliore della maggior parte delle vecchie reflex digitali Nikon, ma non è all’altezza del sistema AF della D780 (leggi qui la recensione completa di Nikon D780), per fare un esempio interno a casa Nikon.
Conclusioni
C’è sempre di meglio anche ai massimi livelli, e per chiudere con delle considerazioni finali sulla Nikon D6 verrebbe da dire un’ovvietà del tipo… la perfezione non esiste. Chiedere alla Nikon D6 di segnare un’epoca, tuttavia, ci sembrerebbe pretendere troppo visto che questa top di gamma è la sintesi di un periodo che non ha vissuto grossi scossoni innovativi. E poi, il citato confronto con le rivali non ci sembra così schiacciante a suo sfavore.
Certo, La Nikon D6 si trova a dover affrontare la concorrenza di una full frame professionale mostruosa come la Canon EOS-1D X Mark III o della Sony A9 II che ha tutti i vantaggi delle mirrorless ma contestualizzata nell’ambito della fotografia sportiva professionale. Questo però non mette in discussione le numerose peculiarità di una fotocamera in grado di mantenere una buona qualità di scatto anche raggiungendo lo step ISO 32.000.
Migliore o peggiore delle sue rivali, la Nikon D6 sembra essere solo un punto di partenza per la casa giapponese che, a proposito di modelli flasghship ha dichiarato:
La Nikon serie Z avrà il suo nuovo modello di punta entro la fine dell’anno e sarà sviluppato con l’obiettivo di superare la Nikon D6. Risponderà alle esigenze avanzate dei professionisti e farà il suo debutto con un sensore CMOS a strati ad alta risoluzione e di nuova concezione. Questa fotocamera rappresenterà un importante salto tecnologico per i fotografi di tutti i tipi, i nostri ingegneri stanno prendendo in considerazione potenti funzionalità video come l’8K, che rispondono alle esigenze di tutti i tipi di creatori di contenuti e professionisti.
Sono le parole rilasciate al sito DPReview di Keiji Oishi, Manager Nikon che, se non abbiamo capito male, ha sottinteso che… le vere rivali delle Flagship Reflex non siano tanto le altre top di gamma equivalenti, ma i modelli di punta Mirrorless ( se vuoi sapere di più sulle mirrorless leggi qui)sempre più minacciosi per le fotocamere DLSR di livello professionale. Che arrivino dalla propria casa costruttrice o dagli altri, soliti, competitor.