
La Olympus Tough TG-6 è una di quelle fotocamere che… basta guardarla.
È sufficiente darle un’occhiata, anche distratta, per accorgersi con che tipo di macchina abbiamo a che fare. Pochi fronzoli, tanta robustezza, un carattere diverso da tutte le altre: la Olympus Tough TG-6 annuncia questa sua caratteristica fin dalla sua sigla, che include la parola Tough, vale a dire “resistente”. E infatti la peculiarità di questa fotocamera è quella avere un corpo macchina robusto “da battaglia” e di resistere all’acqua e agli urti, offrendo riprese subacquee fino a una profondità di 15 metri (estendibile a 45 metri con la custodia accessorio PT-059).
Da un punto di vista della fascia di mercato, la Olympus Tough TG-6 è un modello compatto, di fascia economica, con un prezzo di listino ufficiale di 479 euro (più avanti nella recensione vedremo il prezzo reale, lo street price). Lanciata sul mercato nell’estate del 2019, tecnicamente la Olympus Tough TG-6 si presenta come la versione aggiornata della TG-5, di due anni prima.
Il claim di Olympus utilizzato per la Tough TG-6 è “costruita per l’avventura”. Che cosa significa? Non solo subacquea, la Olympus Tough TG-6 ha diverse caratteristiche che la rendono davvero unica. Infatti, oltre a essere resistente alla polvere e alle cadute (fino a 2,1 metri d’altezza), questa fotocamera risulta essere indeformabile fino a una “minaccia” di 100 kg di peso e insensibile fino a una temperatura di -10 gradi centigradi.
Come se non bastasse, a sottolineare il carattere avventuroso e rude della Olympus Tough TG-6, la fotocamera presenta anche un vetro protettivo a doppio strato per evitare le condense che si presentano nelle escursioni termiche e nei climi più umidi, freddi e avversi.
Altra caratteristica che fa di questa Olympus Tough TG-6 una fotocamera per certi versi unica è il Field Sensor System che permette la rilevazione di dati come la posizione, l’altitudine, la profondità e anche la temperatura dell’aria o dell’acqua mentre si scattano fotografie o si girano video.
Com’è facilmente prevedibile, quando si parla di un dispositivo “speciale” come la Olympus Tough TG-6, a fare da corollario a un dispositivo tanto avventuroso, c’è una lunga serie di accessori pensati per rendere la TG-6 ancora più performante. Oltre alla già citata custodia subacquea sono disponibili:
- un’ottica fisheye,
- un flash per la fotografia subacquea,
- un guscio in silicone per proteggere dai graffi,
- un copri-obiettivo facile da usare anche con dei guanti.
Con queste premesse, la Olympus Tough TG-6 sembra essere davvero una fotocamera che… se non invincibile, poco ci manca. Estrema, avventurosa, resistente a urti, cadute e a un clima estremo. Nel resto della recensione analizzeremo quelle che sono le caratteristiche tecniche più strettamente fotografiche, per capire se – a una costruzione robusta e resistente – fanno da contraltare la qualità delle immagini e le performance richieste a una fotocamera della sua fascia, quella delle compatte (relativamente) economiche.
Design ed ergonomia
Disponibile in versione nera e rossa, la Olympus Tough TG-6 ha nel design il suo biglietto da visita immediato, il tratto distintivo che la rende subito una fotocamera compatta fuori dai soliti schemi. Il design a metà strada tra lo sportivo e l’industrial è molto affascinante, contraddistinto nella parte anteriore dalle viti a vista, che danno al corpo macchina un mood piuttosto ruspante, pronto ad attirare le attenzioni dei fotografi più attenti all’azione.

Presa in mano, la Olympus Tough TG-6 mantiene ciò che promette alla sola vista: un robusto senso di compattezza per un corpo macchina che si accomoda bene in mano così come in qualsiasi tasca un minimo capiente.
Le dimensioni sono quelle contenute, piuttosto comuni a diverse compatte: larghezza 113 mm, altezza 66 mm, profondità 32,4 mm (escluse le sporgenze).
Il peso è di 253 grammi, inclusa batteria e scheda di memoria.
Il grip è piuttosto pronunciato per permettere l’utilizzo con una sola mano.

Sul lato superiore della Olympus Tough TG-6 ci sono i pulsanti operativi, ben proporzionati rispetto alla superficie su cui si trovano, e quindi un po’ piccoli, diciamo non troppo diversi dai bottoni che si trovano su una macchina costruita senza particolari rinforzi come la TG-6. Ci viene difficile pensare come si possano premere questi pulsanti con dei guanti, ma d’altronde… gli spazi sono questi e non si può certo pretendere di più.
Intorno al pulsante dell’otturatore c’è la leva dello zoom, e con la ghiera delle funzioni si accede alle modalità di scatto. Sempre sul lato superiore si trova l’interruttore LOG che abilita il GPS, per geotaggare direttamente le foto scattate.
L’obiettivo della Olympus Tough TG-6 è fisso, con uno zoom che non sporge dal corpo macchina perché il tutto avviene all’interno della fotocamera. Quel che si vede intorno alla lente è una baionetta che non è stata pensata per ottiche intercambiabili (non stiamo parlando di reflex o mirrorless) ma per montare eventuali accessori compatibili, uno su tutti il convertitore FishEye.
Sul retro della Olympus Tough TG-6 troviamo un pad a quattro funzioni, con il pulsante centrale OK che immette a diverse modalità durante lo scatto, servendo da scorciatoia per evitare il menu che rimane comunque piuttosto semplice, con una guida chiara che spiega le diverse opzioni.
E poi troviamo il display da tre pollici – ma come prevedibile nessun mirino EVF – che in questo caso non è un touch screen pur essendo un monitor che offre una buona leggibilità, con menu semplice da utilizzare.
Rispetto al modello precedente, il monitor della Olympus Tough TG-6 è migliorato in termini di risoluzione, passando dai 460K della TG-5 ai 1.040K: una miglioria non da poco, nonostante si tratti sempre di un display fisso, non ruotabile, per quanto ben visibile da prospettive non perfettamente perpendicolari. Ovviamente, pur essendo l’unica forma di visualizzazione degli scatti… è anche la più fragile, dal momento che è l’unica parte della macchina a non essere resistente ai graffi o alle rotture. Attenzione quindi: il tallone di Achille che mina l’invincibilità della Olympus Tough TG-6 è proprio il suo display.
Specifiche tecniche
- Sensore: 12 megapixel (1/2.33” CMOS, Filtro RGB)
- Processore: TruePic VIII
- Obiettivo: 25-100 mm, f/2-4,9
- Display: 3,0 pollici, 1.040K punti (no touchscreen)
- ISO: Auto e Manual 100-12.800
- Autofocus: Messa a fuoco automatica TTL iESP a rilevamento del contrasto
- Scatto in sequenza: circa 20fps
- Tempi di scatto: 1/2 – 1/2000 s / < 4 s
- Compensazione dell’esposizione: +/- 2 EV / 1/3 passi
- Batteria: LI‑92B Batteria agli ioni di litio (circa 340 scatti)
- Memoria: SD / SDHC / SDXC (compatibile con la classe UHS-I)
- Interfaccia: Microconnettore HDMI (Tipo D), WiFi, USB 2.0 High Speed
- Modalità video 4K: 3840 x 2160 (4k) / 30p, 25p (circa 102 Mbps)
- Modalità video HD: 1080p e 720p
Le innovazioni della Olympus Tough TG-6
La Olympus Tough TG-6 è forte del successo della precedente TG-5 da cui però non si discosta molto in termini tecnici: oltre a una definizione migliore dello schermo, già commentata, va ricordato il rivestimento antiriflesso davanti al sensore, alcune opzioni aggiuntive per le riprese sott’acqua e soprattutto una rinnovata messa a fuoco che permette di scattare delle interessantissime macro, grazie al focus ravvicinato di un centimetro. Il sensore è da 12 megapixel, per un obiettivo equivalente a 25-100 millimetri e un’apertura massima di f/2-4,9.
Certo, a chi proviene dal mondo reflex o dalle mirrorless la Olympus Tough TG-6 apparirà limitata in queste caratteristiche basic, ma il punto forte di questa macchina rimane la sua capacità di scattare e filmare anche sott’acqua ed essere resistente agli urti come nessuna fotocamera reflex o mirrorless.
Le performance della Olympus Tough TG-6 vanno quindi giudicate in merito a due fattori: il prezzo e il segmento di mercato a cui è rivolta la fotocamera.
In realtà, tutti i prodotti tecnologici sono soggetti a questo incrocio di dati che va a determinare il cosiddetto fattore qualità/prezzo, ma in questo caso… il mercato specifico a cui è destinata la Olympus Tough TG-6 ha un peso ancora più determinante.
Poter scattare foto o registrare video subacquei è una peculiarità di poche fotocamere, una specialità che mette (quasi) in secondo piano i tradizionali parametri di giudizio tecnico.
In altre parole: non si è mai vista una fotografia di una macchina “Tough” in grado di reggere il confronto con lo scatto di uno di una reflex o di una mirrorless (acquistabile più o meno allo stesso prezzo) ma… .fatta questa doverosa premessa, la messa a fuoco della TG-6 non si comporta affatto male, scatta senza problemi, ed e’ piacevolmente reattiva.
Il display, pur non essendo touch – ma stiamo parlando di una fotocamera subacquea – è ben visibile anche sotto una fonte di luce intensa. E poi il menu è friendly, molto intuitivo.
La qualità delle immagini
Le immagini hanno una discreta qualità, considerando che la Olympus Tough TG-6 possiede un sensore da 1 / 2,3 pollici. I problemi sono quelli noti in questi casi: qualche lieve sovraesposizione e la perdita dei dettagli nella periferia delle inquadrature. Ovviamente si possono impostare manualmente sia l’esposizione sia l’ISO, anche se la visualizzazione – dipendendo dal solo display LCD – non facilita certo questo tipo di interventi.
La focale grandangolare, equivalente a 25 mm, fornita dalla TG-6 produce inevitabilmente un leggero effetto fisheye quando si scatta da vicino nell’impostazione più ampia.
La gamma cromatica è notevole, ma siamo di fronte a una Olympus che in questo campo ha pochi avversari anche nelle fotocamere compatte come questa. E poi c’è la possibilità di scattare in formato RAW, quindi si può intervenire in post produzione, anche se i colori rilasciati dalle immagini della Olympus Tough TG-6 sono ricchi, nonostante qualche dettaglio risulti in qualche occasione leggermente artificiale. Ma è un difetto perdonabile, visto che la TG-6 è nata per scattare foto in situazioni quasi impossibili per le altre macchine.
In caso di utilizzo di zoom (che raggiunge il 4x), la gamma cromatica tende a perdere qualità verso la massima impostazione. Inoltre, come capita con le fotocamere in cui l’obiettivo opera internamente, bisogna stare attenti a evitare che le dita o la cinghia della macchina si intromettano nelle inquadrature ai bordi degli scatti.
Fotocamera nata per situazioni estreme e per viaggiare, la Olympus Tough TG-6 non è tuttavia una macchina pensata per i selfie, non avendo uno display ribaltabile. Certo, verrebbe da pensare che in fondo basterebbe inserire uno specchio per rendere possibile gli autoritratti e chissà mai che nella prossima versione, la Olympus non decida per questo trucchetto che renderebbe ancora più appetibile questa compatta rinforzata.
Olympus Tough TG-6 vs. Panasonic Lumix FT7
Non potevamo concludere questa recensione se non con un paragone, il più possibile in linea con le caratteristiche rinforzate della Tough TG-6, vale a dire con la Panasonic Lumix FT7 lanciata sul mercato nel 2018 (anche nota con la sigla TS7, fuori dall’Unione Europea).
Il prezzo effettivo, prima di passare al testa a testa degli aspetti tecnici: su Amazon, la compatta rinforzata di casa Panasonic si trova attualmente a 430 euro, mentre la Olympus Tough TG-6 è acquistabile per 389 euro. Quaranta o cinquanta euro di differenza per questa fascia di fotocamere compatte non sono pochi, ma bisogna vedere se questo divario sia effettivamente giustificabile.
Parlando dell’aspetto tecnico più importante in una fotocamera, il sensore, effettivamente il modello Panasonic è superiore a quello Olympus, con i suoi 20 megapixel. Detto questo, e non è certamente un dettaglio secondario, la Olympus Tough TG-6 la spunta sull’avversaria per diverse altre caratteristiche, in primis per la sensibilità alla luce due volte più elevata (12800 ISO vs. i 6400 della FT7). Stessa cosa si può dire per la velocità dell’otturatore (1/2000s contro 0.00076s del modello Lumix).
Certo, nel testa a testa la FT7 ha dalla sua parte anche la presenza di un mirino EVF che la TG-6 non possiede e una resistenza a 31 metri sott’acqua (contro i 15 della Olympus, senza lente accessoria) mentre sul display e le registrazioni video le caratteristiche sono praticamente le stesse. Ma la Tough TG-6 vince su un aspetto importantissimo per una compatta da combattimento: un peso notevolmente inferiore (253 grammi vs. 319) e qualche scatto in più come autonomia energetica (340 vs. 300).
Alla luce di questi paragoni… quale acquistare tra i due modelli pensati per lo stesso target di consumer? Nonostante un sensore superiore e la presenza del mirino elettronico, per un prezzo inferiore e diverse caratteristiche tecniche che non si possono tralasciare (su tutte il range ISO e la velocità dell’otturatore) ci sembra che nel testa a testa, la Olympus Tough TG-6 sia attualmente la scelta giusta, nel campo delle compatte rinforzate.