Panasonic Lumix DC-G9: Recensione completa

Panasonic Lumix DC-G9: la versione fotografica della GH5

Vincitrice del  Camera Grand Prix 2018 Editors Award che si tiene in Giappone, la Panasonic Lumix DC-G9 è una fotocamera mirrorless con sensore Micro Quattro Terzi da 20Mp lanciata nel dicembre del 2017. Non più una novità quindi, questa Lumix G9, variante del modello GH5 (vedi recensione completa qui) distribuito in tutto il mondo qualche mese prima e con il quale condivide il titolo di “ammiraglia”, rimanendo nell’ambito delle Micro 4/3.

A ben vedere, la Panasonic Lumix DC-G9 ha diverse analogie con la GH5, ma se dovessimo sintetizzare in poche parole che cosa le rende diverse, potremmo tranquillamente dire che la prima cerca di soddisfare alcuni desideri “pro” di una fascia di fotografi con ambizioni precise – come gli scatti sportivi o comunque, in movimento – mentre la GH5 sembra strizzare l’occhio ai video maker. 

Il sito web riferimento DigitalCameraWorld, ai suoi tempi ha attribuito alla Panasonic Lumix DC-G9 il massimo del punteggio, cinque stelle su cinque, chiedendosi addirittura se si possa parlare della… migliore Lumix G di tutti i tempi. E nel giudizio sintetico che introduce alla recensione, il verdetto sembra piuttosto entusiasta:

“la Panasonic Lumix DC-G9 è una fotocamera molto veloce ed efficace sia per i video in 4K che per scene d’azione sportive e veloci, oltre che per la fotografia naturalistica. È inaspettatamente consistente una volta afferrata, con una buona presa, specialmente con obiettivi più lunghi, e la qualità delle sue immagini è molto buona, nonostante il sensore Micro Quattro Terzi. Appena lanciata era piuttosto costosa, ma il costante calo dei prezzi ha reso la Panasonic Lumix G9 un acquisto molto allettante sia per gli appassionati, sia per i videomaker”. 

Eppure, nonostante il favore della critica specializzata, la Panasonic Lumix DC-G9 non ha avuto inizialmente molti consensi tra i consumers, per poi essere apprezzata in un secondo momento quando il prezzo della fotocamera è sceso sensibilmente.

Da un punto di vista delle specifiche tecniche la Lumix G9 presenta un sensore Live MOS MQT da 20,1Mp senza filtro ottico passa basso, come quello presente anche nel modello GH5. L’ottimo processore è responsabile di un miglioramento in termini di dettagli e basso rumore digitale, con una gamma ISO (200-25.600) che, in estensione, può “scendere” fino a ISO 100. L’otturatore può arrivare fino a 200mila cicli, un esito che pone la Panasonic Lumix DC-G9 sopra la media delle sue rivali nella stessa fascia. 

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Corpo macchina della Panasonic Lumix DC-G9

Si è già detto di una risposta piuttosto tiepida da parte dei consumer nei confronti di questa Panasonic Lumix DC-G9, cercando di giustificare il tutto con un rapporto qualità/prezzo non esattamente dei migliori… ma la cosa ci convince fino a un certo punto, perché sugli aspetti qualitativi della G9, come dire, non ci piove. Ci sembra più verosimile affermare che uno dei deterrenti all’acquisto della Lumix G9 c’entri in qualche maniera con le dimensioni eccessivamente generose di questa fotocamera, prima dell’uscita della GH5S, la più voluminosa tra le micro quattro terzi: 137 millimetri in larghezza, 97.3 in altezza, 91.6 in profondità, per un peso di 658 grammi (senza batteria)

Come si può immaginare, un corpo macchina non tipicamente Mirrorless, quello della Panasonic Lumix DC-G9, ma non tutti i mali vengono per nuocere, perché a ben vedere un volume del genere – diciamolo, nulla a che vedere con l’ingombro di certe reflex – si presta benissimo a reggere ottiche di una certo peso e dimensione, come capita ad esempio con la comodissima Olympus E5 che, per essere una reflex, ha un’eccellente portabilità. 

Panasonic Lumix DC-G9 senza obiettivi.
Panasonic Lumix DC-G9 solo body. Puoi vedere il sensore micro quattro terzi

Il design della Lumix DC-G9 è quello tipico delle Panasonic, con zigrinatura marcata e linee classiche che rimandano all’estetica delle reflex. Un aspetto austero, di sostanza, come vuole la tradizione Panasonic Lumix. Presa in mano la G9 non tradisce affatto ciò che ci si potrebbe attendere da un aspetto tanto possente: ottima sensazione al tatto, diverse parti in gomma, impugnatura prominente

Le funzioni principali hanno quasi tutte riscontro nei relativi pulsanti fisici, per cui il ricorso al menu digitale consultabile sul display – sempre ordinato e completo, come per tutte le Panasonic – può diventare un’opzione facoltativa. Lo switch on/off è a portata di indice, per cui la Lumix G9 diventa operativa con una sola mano e, in più rispetto al modello GH5, può vantare un display secondario sulla piastra superiore dove c’è anche la ghiera dei programmi e (concentrico) il selettore di avanzamento. 

Sul retro, spiccano display e mirino, tra i quali si insinua il joystick di selezione punti AutoFocus. La Panasonic Lumix DC-G9 possiede un EVF di alta qualità con definizione 3.6Mp, una copertura del 100 % e un ingrandimento di 0,83x. È un mirino molto nitido, antiriflesso, sul quale – diversamente dai mirini reflex – si può visualizzare l’effetto di tutte le regolazioni fatte all’immagine (esposizione, profili colore ed effetti, bilanciamento del bianco). Il monitor da 3” e 1,04Mp è un touchscreen leggermente più piccolo (e con minore risoluzione) di quello presente nel modello GH5. Purtroppo nelle inquadrature molto luminose e con alto contrasto, è difficile vedere qualcosa ma fortunatamente  si tratta di un pannello orientabile in tutte le direzioni.  

Panasonic Lumix DC-G9 vista del body da dietro
Panasonic Lumix DC-G9: vista da dietro, con display chiuso

Una fotocamera di media fascia con ambizioni professionali, questa Panasonic Lumix DC-G9, che ha nel suo corpo macchina diversi indizi in questa direzione. Tra gli altri, ricordiamo i più appariscenti, come il doppio slot sul lato destro per le schede memoria e diverse “chicche” posizionate sulla vista frontale: la presa Syncro posta a fianco del logo Lumix, i tasti Fn4 e Fn5 in prossimità della baionetta, la leva funzione che attiva lo scatto silenzioso (e 17 opzioni, tra cui modalità AF, 6K Photo, funzioni touch). 

Panasonic Lumix DC-G9: principali caratteristiche tecniche  

  • Sensore: Live MOS Micro Quattro Terzi (17,3x13mm) da 20.1Mp
  • Processore: Venus Engine
  • Stabilizzatore: a 5 assi Dual IS (6,5 stop)
  • Mirino: OLED 3,68M punti (ingrandimento 0,83x, 100%). Eye-point 21mm
  • Display: TFT, 3 pollici, risoluzione circa 1.040.000 punti. 
  • AutoFocus: sistema a contrasto (225 zone), sensibilità -4 EV 
  • Range ISO: 200-25.600 (con estensione a ISO 100)
  • Esposizione: Tempi di scatto 60″ – 1/16000, compensazione +/- 5 stop in passi di 1/3
  • Raffica: con otturatore meccanico 12Fps (in modalità AF singolo o MF), 9Fps in AF continuo; con otturatore elettronico 60Fps in AF singolo o MF, 20Fps in AF continuo. 
  • Modalità video: 4K 3840×2160 (60p, 50p, 30p, 25p, 24p); 2K 1920×1080 (60p, 50p, 30p, 25p)
  • Interfacce: USB 3, HDMI Type A, Mic-in, Cuffie, Remote, Wi-Fi (NFC), Bluetooth
  • Memoria: 2 Slot SD UHS-II
  • Batteria: Li-Ion 1860 mAh (380/400 scatti)

Sistema AutoFocus della Panasonic Lumix DC-G9

Dotata del sistema di cui Panasonic è proprietaria (DFD, Depth From Defocus), la Lumix DC-G9 possiede un AutoFocus basato sulla rilevazione di contrasto del tutto simile a quello del modello GH5, ma ritenuto più rapido dalla casa produttrice (40ms vs. 50ms). I punti AF sono 225 con diverse modalità che permettono di passare dalla messa a fuoco precisa (pinpoint) alla singola zona di dimensioni variabili, alla zona estesa che può arrivare a coprire la maggior parte dei punti totali. 

I detrattori dei modelli Lumix non si saranno lasciati sfuggire che, come tutte le altre fotocamere della casa giapponese, anche la Panasonic Lumix DC-G9 ha un sistema AF basato sul solo contrasto e non un sistema ibrido come la concorrenza, che ricorre anche al rilevamento di fase. Se in molti casi questo limite è evidente, in questa Lumix G9 questa presunta “mancanza” si fa sentire poco. 

Dotato delle classiche modalità – AF-S (singolo), AF-F (flessibile), AF-C (continuo) e manuale – questo sistema AF ha una velocità (e una precisione) che si adatta anche a soggetti in movimento veloce, oltre che in situazioni di scarsa luminosità. Va anche ricordato la specialità di questa Panasonic Lumix DC-G9, ovvero la funzione Post Focus che si traduce in uno scatto a raffica (6K/4K) con uno spostamento della messa a fuoco su diverse aree, selezionabili dopo la registrazione a seconda dello scatto che si preferisce. 

Se il comportamento del sistema AutoFocus risulta essere più che soddisfacente, la raffica della Panasonic Lumix DC-G9 offre prestazioni addirittura eccellenti. Con otturatore meccanico si raggiungono i 12 fps, ma solo in modalità AF singolo o MF perché in modalità continua si scende a 9 fps.

Con l’otturatore elettronico, i risultati sono davvero impressionanti: 60 fps in modalità AF singolo o MF, 20 fps ricorrendo all’AutoFocus continuo. Anche le specifiche di durata della raffica sono vertiginose: 50 fotogrammi a 20/60 fps, 60 fotogrammi RAW (oppure 600 JPEG) a 12 fps o inferiore. La Panasonic Lumix DC-G9, in questo… risulta superiore alla GH5, ma soprattutto crea un enorme divario, a suo favore, nei confronti di tutti i modelli G che l’hanno preceduta. 

Qualità fotografica della Lumix G9

I sensori Micro Quattro Terzi hanno dimensioni che sono circa la metà di quelli APS-C e questo non può che avere un certo impatto sulla qualità dell’immagine con impostazioni ISO più elevate, ma a sensibilità medio-basse, le immagini della Lumix G9 corrispondono a quelle di qualsiasi modello DSLR con lo stesso numero di pixel.

Ovviamente, un discorso sulla qualità delle immagini non può mai esulare dall’ottica utilizzata. Prendendo ad esempio l’obiettivo Leica DG Vario-Elmarit 12-60mm f / 2.8-4.0 ASPH, non ci sono problemi di alcun tipo di distorsione, dal momento che le correzioni dell’obiettivo vengono applicate sia ai file JPEG che a quelli RAW.

Venendo al rumore digitale, questa Lumix DC-G9 crea meno problemi di quanti se ne potrebbero immaginare per qualsiasi altra Micro Quattro Terzi: a ISO 6400, un valore elevato per un sensore del genere, i JPEG rilasciati dalla fotocamera mostrano una certa perdita di definizione ma nulla per cui disperare, e i dettagli di fondo rimangono su livelli più che accettabili.

Il bilanciamento del bianco automatico funziona bene, con esiti naturali in diverse situazioni, mentre la modalità colore Standard produce colori ricchi e vibranti, ancora più vivaci con la modalità Vivid, perfetta per coloro a cui piacciono le tinte più sgargianti. Anche le modalità monocromatiche rilasciano buoni risultati, per quanto la maggior parte dei fotografi preferisca perfezionare le immagini in bianco e nero, in fase di post produzione. 

Prima di passare alle caratteristiche video, ci preme ricordare l’interessante modalità 6K PHOTO, che scatta a burst illimitato ed estrae un’immagine da 18Mp direttamente da un filmato in formato 4:3 o 3:2. È la funzionalità giusta per cogliere l’attimo, in situazioni complesse e movimentate. 

Registrazioni video con la Panasonic Lumix DC-G9

La qualità video in 4K della Lumix G9 è molto simile a quella della GH5, anche se quest’ultima sembra rilasciare dettagli leggermente migliori, perché la GH5 offre video 4: 2: 2.

Rispetto alla concorrenza, va detto che la G9 non è in grado di esprimere tutti i dettagli della Sony a6500 (leggi la recensione completa qui), ma fa un lavoro migliore nel mantenere l’aliasing al minimo.

Tutti i settaggi video, inclusa la messa a fuoco, sono gestibili anche dal monitor, con il touch.  La messa a fuoco può funzionare in automatico (AFS/AFF/AFC) o anche in modalità manuale. L’audio è registrato in stereo con volume regolabile (è presente sul corpo macchina l’entrata per un microfono esterno stereo e il jack per la cuffia). 

Molti videomaker troveranno limitante la durata di registrazione di 10 minuti in formato MP4 nel caso del 4K 50p/60p e del 4K ad alto frame rate, anche se la durata massima arriva fino alla mezz’ora in registrazioni in 2K e in UltraHD 24p/25p/30p. Si tratta di un falso problema, dal momento che… per queste caratteristiche video, gli appassionati saranno portati a preferire il modello GH5 che, proprio come questa Lumix G9 rilascia clip molto fluide e ferme anche con riprese a mano libera, grazie alla stabilizzazione a cinque assi.

Tra le principali features del comparto video della G9, va ricordata la modalità video creative che offre uno slow-motion tutt’altro che trascurabile (180Fps per le registrazioni in 2K 30p e 60Fps per girare in UltraHD 30p). Le registrazioni possono essere inviate allo stesso tempo sia alla scheda SD sia a un registratore esterno o a un monitor, attraverso la porta HDMI.

Panasonic Lumix DC-G9 vs. Olympus OMD E-M1 Mark II 

Tra i due modelli, entrambe fotocamere Micro Quattro Terzi con sensore da 20Mp, c’è un anno di differenza a favore della Panasonic, ma le differenze non sono così sostanziali: con obiettivo 12-60mm, la Lumix G9 è acquistabile su Amazon intorno ai 1500 euro (Verifica prezzo su Amazon); la E-M1 Mark II di Olympus, con l’ottica 12-45mm ha uno street price che si attesta intorno ai 1500 euro (Verifica prezzo su Amazon). 

Gli elementi in comune tra le due fotocamere sono molti, assai più numerosi delle differenze: stessa risoluzione del display articolabile, entrambe offrono due slot per le schede memoria, tutte e due hanno i jack per cuffie e l’entrata per il microfono esterno, entrambe sono tropicalizzate, stessa autonomia di batteria (tra i 350 e i 400 scatti). 

Quali sono allora, le principali differenze tra la Panasonic Lumix DC-G9 e la Olympus OMD E-M1 Mark II? Innanzitutto il mirino elettronico della G9 ha una risoluzione che è quasi il doppio di quella del modello Olympus (3680k  punti vs 2360k), poi le aree AF della Lumix sono 225, contro le 121 della E-M1 Mark II.

Dal canto suo, la Olympus – nonostante un numero di aree AF inferiore – può vantare un sistema AutoFocus ibrido che affianca al contrasto anche il rilevamento di fase. In più, ha una maggiore risoluzione video, uno scatto continuo superiore (60Fps vs. 20Fps) e un peso inferiore di 84 grammi (una bella differenza, parlando di Mirrorless Micro Quattro Terzi). 

8.5Expert Score
Molto buona

Mirrorless micro quattro terzi che si rivolge a utenti di fascia media. Buona qualità delle immagini e dei video

Pro
  • solida e ben costruita
  • autofocus performante
  • ottima resa dei dettagli
  • controllo del rumore
  • buona qualità video
contro
  • pesante e di dimensioni rilevanti
  • autofocus non ibrido
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