
Foto o videocamera?
Fotocamera o videocamera? Una recensione sulla Panasonic Lumix DC-S1H non può non tenere conto di questo quesito di fondo che, per questa macchina, costituisce l’ intera ragione d’essere. E poi ancora, per quale ragione questo interrogativo fa capolino con la Panasonic Lumix DC-S1H e non con altri prodotti?
Partiamo dalla seconda domanda: se la questione si pone con la Lumix S1H c’è una sola ragione: mentre in quasi tutte le reflex (o anche mirrorless, come questa) a prevalere è l’aspetto fotografico – da un punto di vista degli aspetti tecnici e di conseguenza di quelli qualitativi – per quanto riguarda la Panasonic Lumix DC-S1H è il video a dominare (pur senza mettere in secondo piano le grandi qualità fotografiche).
Per cui… la prima domanda ha di conseguenza la sua risposta: se chiamiamo videocamera questa Lumix S1H non commettiamo alcun errore.
L’autorevole Endgadget.com sentenzia:
“Con l’approvazione di Netflix, la Panasonic S1H si è guadagnata il titolo di migliore fotocamera mirrorless sul mercato per i video. Si possono registrare video fino a 6K con colori a 10 bit, con esiti nitidi e ricchi e HDR, in post produzione c’è molta flessibilità. L’ergonomia è eccezionale e offre eccellenti prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione. È utile anche per le riprese video a mano libera, grazie al sistema di stabilizzazione del corpo, a cinque assi. L’unico inconveniente sono le prestazioni mediocri dell’autofocus, che comunque funziona bene per fare vlogging e altri tipi di riprese. È anche molto costosa”.
Per chi non fosse troppo interessato ai video non c’è problema, la Panasonic Lumix DC-S1H rilascia foto di qualità eccellente, nonostante tra le mirrorless rappresenti sicuramente un record (negativo) per il peso sopra il kilogrammo (non includendo l’ottica). E poi ha una scheda tecnica che non può lasciare indifferenti: registrazione video oltre l’UltraHD, doppio ISO nativo, un ottimo mirino elettronico, ottiche di alto livello prodotte in collaborazione con Leica.
E se tutto ciò non bastasse, come già accennato nello stralcio di review da Endgadget.com, la Panasonic Lumix DC-S1H può anche fregiarsi di una vera e propria onorificenza: ha ricevuto da Netflix la certificazione di Primary Camera. Che significa, in parole semplici, questa riconoscenza? In sintesi vuol dire che il colosso televisivo americano, attraverso il servizio Prodicle, può accettare nel suo processo produttivo i contenuti rilasciati da una Panasonic Lumix DC-S1H, prerogativa in genere riconosciuta alle videocamere professionali (e non alle photo/videocamere come questa Lumix DC-S1H).
Prima di passare ai dettagli della recensione, ci sembra opportuno parlare di target. A chi è destinata questa Panasonic Lumix DC-S1H? Sicuramente a quegli utenti che hanno bisogno di una macchina ibrida che rilasci contenuti di tipo professionale sia in ambito fotografico, sia nella produzione video. Siamo di fronte a una macchina complessa che però, in virtù di un software molto agile, comandi touch e una buona ergonomia può essere usata da tutti i cosiddetti “prosumer”.
Un fotografo abituato alle mirrorrless più light penserà sicuramente: è pesante, ha un ingombro eccessivo. E in effetti, come dargli torto; ma allo stesso tempo è evidente che la Lumix S1H non è stata pensata per fotografi alle prime armi o per chi arriva dagli smartphone. Da una prospettiva professionale, la S1H è invece una delle videocamere meno ingombranti e leggere, con capacità tipiche di una fascia ben più alta.
Il corpo macchina della Panasonic Lumix DC-S1H
Veniamo subito alle misure e al peso della S1H, per avere un’idea precisa del tipo di corpo macchina con cui si ha a che fare, se si acquista una Panasonic Lumix DC-S1H: 1164 grammi (151 x 114 x 110 mm). Ad aver contribuito ad aumentare il peso è sicuramente la presenza di una ventola dedicata per la dissipazione attiva del calore, caratteristica che rende questa fotocamera una macchina unica tra le mirrorless. Infatti, diversi modelli della concorrenza tendono a surriscaldarsi dopo una mezz’ora di girato, inconveniente scongiurato con la Lumix S1H che presenta le griglie di entrata dell’aria sulla parte destra del corpo macchina (tropicalizzato). Sul lato opposto, le grate dell’espulsione dell’aria calda.

Visto il peso notevole, a questa Panasonic Lumix DC-S1H è richiesta un’immediata contropartita nell’impugnatura. E in effetti, così è. Il grip è molto prominente e pronunciato, non troppo diverso da quello di una reflex pro. Il tasto più importante della S1H è al posto giusto, ergonomicamente parlando: il pulsante di avvio delle registrazioni è al fianco dell’ottica, ben raggiungibile con la punta delle dita, alcune delle quali impegnate a brandire l’impugnatura. Anche il selettore AF – continuo, singolo e manuale – è stato migliorato rispetto alla DC-S1 in termini ergonomici.
Sulla parte superiore della Panasonic Lumix DC-S1 quel che salta subito all’occhio è il display secondario, che così tanto secondario non sembra visto che si tratta di un LCD retroilluminato da 1,8 pollici da cui controllare le impostazioni di scatto e registrazione, oltre al livello della batteria. Rimanendo sulla parte alta della Lumix S1H troviamo il mirino elettronico, altro fiore all’occhiello della macchina, trattandosi di un OLED con risoluzione 5.76 milioni di pixel (di fatto il doppio degli EVF medi), una frequenza di aggiornamento di 120 o 60 fps e un tempo di risposta di 5 millisecondi.

Dal punto di visto estetico, la Panasonic Lumix DC-S1H ha la stessa fisionomia della S1, un design più robusto che affascinante, più sostanziale che cool.
Nel retro della macchina, si poteva fare meglio, ma del resto le prese d’aria per la ventola – con il loro spessore – hanno quasi obbligato una soluzione: incastonare il display orientabile (richiudibile su se stesso) in una sorta di cornice di plastica davvero poco affascinante. Posto esattamente sopra alla ventola di raffreddamento, il display touchscreen da 3.2 pollici è dotato di una doppia rotazione: la prima è verso l’alto, guardando la Lumix S1H dal fianco sinistro, la seconda è su se stesso. In altre parole… il display offre davvero prospettive infinite di visualizzazione, ma gli aspetti meccanici che hanno portato a questo sistema a doppia cerniera sono migliorabili esteticamente.

La Panasonic Lumix DC-S1H impressiona, oltre che per la sua mole, anche per il numero di comandi presenti. Sulla piastra superiore della macchina, si trova la ghiera delle modalità di scatto e tre pulsanti: ISO, compensazione, bilanciamento bianco. Ci sono anche altre due ghiere per variare i settaggi all’interno dei menu.
Vista frontalmente la Lumix S1H mostra il già citato pulsante della registrazione video, oltre a due pulsanti personalizzabili.
Sul retro della Lumix DC-S1H, una vastissima scelta di comandi. Ci sono quelli per l’accesso diretto al menù, il cestino, la visualizzazione di video e foto, un joystick, il selettore modalità autofocus. Con il “Lock”, inoltre, si può azionare il blocco di tutti i comandi fisici per evitare di cambiare le impostazioni involontariamente.
Infine, le interfacce. Sul lato destro troviamo il doppio slot per le schede SD (UHS-II), sulla parte opposta ci sono la porta HDMI, quella USB-C (anche per la ricarica), l’attacco per il controllo remoto, il jack per le cuffie e l’entrata per il microfono. Sulla piastra inferiore troviamo l’entrata per la vite del treppiede, l’attacco per un eventuale battery grip e il vano batteria.
Panasonic Lumix DC-S1H: sul lato destro puoi notare 2 slot per le memoy card Panasonic Lumix DC-S1H vista da sinistra. Qui abbiamo la porta HDMI, USB-C Jack cuffie, microfono
Scheda tecnica della Panasonic Lumix DC-S1H
- Sensore: CMOS da 35 mm full-frame 24Mp (35,6 mm x 23,8 mm), proporzioni 3:2
- Processore: Venus Engine
- Display posteriore: Orientabile (8 cm), proporzioni 3:2, 2,33 milioni di punti, campo visivo circa 100%
- Display secondario: LCD monocromatico 1,8 pollici, 303 x 230 dot
- Mirino Elettronico: OLED 5.760.000 punti (ingrandimento 0,78x, copertura 100%)
- Messa a fuoco: Sistema AF a contrasto (225 punti di messa a fuoco)
- Stabilizzatore ottico dell’immagine: 5 assi + obiettivo (dual I.S. 2)
- Sensibilità ISO: da 100 a 51.200 ISO (da 50 a 204.800 ISO esteso)
- Tempo di posa massimo e minimo: 1/8000 sec/60 sec
- Compensazione: +/- 5 stop in passi di 1/3
- Esposizione: M, S, A, P
- Tipi di esposimetro: Multi-Area, Semi-Spot, Spot
- Raffica: con AutoFocus 6fps x 40 RAW, 50 JPEG; senza AutoFocus 9fps
- Registrazioni Video: 6K/24p 10 bit (3:2) / C4K/4K 60p/50p 10 bit
- Memoria: SD, SDHC, SDXC (UHS-II)
- Batteria: Gruppo batterie agli ioni di litio, capacità 23 Wh) (400 immagini – 380 usando il mirino elettronico)
- Interfaccia: 1x USB 3.1 Type-C, 1x HDMI, 2x jack 3,5mm (in/out), WiFI dual-band 5GHz, Bluetooth 4.2
- Peso: 1.164 grammi (1.052 gr senza batteria e schede)
- Misure in mm: 149 x 110 x 97 mm
Panasonic Lumix DC-S1H: performance fotografiche
Di fatto con la Lumix S1H abbiamo le stesse caratteristiche tecniche del modello S1 (per la recensione della Panasonic Lumix DC-S1 leggi qui), che ha invece un comparto video non professionale, per quanto di altissimo livello.
Con questa videocamera, anche le fotografie sono di eccellente qualità e grazie a un sensore da 24,2Mp in formato pieno i colori sono naturali e ricchi di sfumature, anche in situazioni di scarsa luminosità, in formato RAW così come in JPEG.
Il digital noise è impercettibile fino a ISO 6400, ma ci si può inoltrare fino a 16mila senza che ci sia una caduta rovinosa dei dettagli. Ovviamente a questi livelli, pur rimanendo di buona qualità, le immagini andrebbero usate solo per il web e i social network. La gamma dinamica della Lumix DC-S1H è ottima, ma non stupisce vista la presenza di un sensore Full Frame che cattura infinità di sfumature, per immagini nitide e ricche, che stupiscono per naturalezza quando osserviamo il colore della pelle.
Il sistema AutoFocus, basato sul rilevamento del contrasto, e non sul rilevamento di fase della concorrenza, non fa gridare al miracolo, soprattutto quando c’è bisogno di tracciare soggetti in movimento. In queste situazioni, infatti, il sistema arranca parecchio finendo col perdere diverse volte i soggetti più veloci o con traiettorie non lineari. Detto questo, il sistema AF della Panasonic Lumix DC-S1H è molto soddisfacente in scenari più statici, quando il tracking del soggetto, gli occhi e il viso, funziona senza problemi.
La raffica di 9 fps in modalità AF singolo e di 6 fps in AF continuo costituisce un esito buono, ma non ottimo, se paragonata con l’A7 III di Sony che raggiunge i 10 fps in AF continuo (Leggi la recensione completa della Sony A7III qui).
Lumix S1H offre anche il timelapse, selezionabile dalla ghiera in alto sul lato sinistro. Si possono scegliere gli intervalli e il numero di scatti, ma la vera sorpresa è il software interno alla S1H che si occupa di accorpare in poco tempo tutti gli scatti fatti, rilasciando un video dal frame rate che si desidera. Magari i professionisti storceranno il naso, di fronte a questa feature automatica, ma va sottolineato che la funzione timelapse- ready regola in automatico i valori ISO e i tempi di scatto, al variare dell’illuminazione. Mica poco per chi dovesse catturare situazioni dal giorno alla notte (o il contrario).
Ottima gamma dinamica, AutoFocus non esaltante e infine… un eccellente stabilizzatore su cinque assi che in qualche maniera va a colmare le lacune di un AF pigro: oltre che per le registrazioni video – la sua specialità assoluta – la Panasonic Lumix DC-S1H è un’ottima macchina per la fotografia di paesaggio, per i ritratti e per la street photography. Ma, come vedremo ora, se per la fotografia si attesta su valori molto alti, sulle registrazioni video rischia addirittura di sbaragliare la concorrenza.
Performance video della Panasonic Lumix DC-S1H
Siamo al piatto forte della Panasonic Lumix DC-S1H perché, come abbiamo già detto nella introduzione, questa (video)fotocamera è stata pensata per venire incontro alle esigenze di videomaker e registi.
I formati in cui girare i video sono tantissimi – c’è anche l’anamorfico, primo caso in fotocamere di questa fascia – forse troppi per chi non sia un professionista. La massima risoluzione possibile è comunque un 6K a 24p (10 bit) nel formato 3:2. Volendo un 16:9 si deve scendere a 5,9K 30/25/24 per giungere fino all’UltraHD 30p 10 bit o FHD con diverso frame rate (ricordiamo anche lo slow motion a 120 frame al secondo).
La durata della batteria è nella media in questo segmento di mercato: circa due ore di girato, in tutte le modalità di registrazione.
Con la Lumix S1H si può girare anche in Super 35mm in 4K a 60Fps (fino a 200Mbps/10 bit) con un crop di 1.6. Stiamo parlando di una feature che manca anche alla celebrata Sony A7 III, ma è una funzionalità apprezzabilissima per girare i materiali extra dei b-roll. Per usare l’intero sensore senza tagli, la risoluzione è di 4K 30Fps.
Il 6K non è una risoluzione molto comune, tanto più in un’ottica consumer, ma se si usa questa macchina in ambito professionale, va ricordato che molti studi si avvalgono di queste capacità per croppare il girato in Ultra o FullHd, senza che la gamma cromatica offerta dalla Lumix S1H venga intaccata.
Oltre a raggiungere risoluzioni inconsuete, la tecnologia del doppio ISO nativo è un altro vanto della Lumix S1H, molto utile per passaggi repentini da una piena illuminazione a scene molto scure, scarsamente illuminate. Nel passaggio dalla luce all’oscurità questa tecnologia interviene per limitare al massimo l’insorgere del rumore digitale. Altra feature che rende eccezionale questa Panasonic Lumix DC-S1H è quella del V-LOG e del V-GAMUT, per una impressionante gamma dinamica a ben +14 STOP.
La qualità video che si ottiene con la somma di queste caratteristiche – risoluzione, ISO nativo e V-LOG – è davvero stupefacente: i colori sono pieni, ricchi di dettagli e profondità, la gamma dinamica è eccellente. Come accennato, la Panasonic Lumix DC-S1H è una macchina complessa, quindi per ottenere il massimo da questa videocamera occorre sperimentare, andando a fondo con la sua conoscenza.
Qualche difetto? Come per l’aspetto fotografico, anche in questo caso va detto che l’AutoFocus non è all’altezza di una macchina così evoluta, soprattutto nelle scene con più movimenti. Ogni tanto, ma solo nelle risoluzioni più alte, si fa vivo un leggerissimo rolling shutter, il famigerato effetto tapparella, che si manifesta con qualche piccola distorsione delle immagini. Per quel che riguarda le riprese free-hand, nessun problema: la stabilizzazione interna unita a quella dell’obiettivo (e a quella digitale) rendono il filmati a mano libera molto fluidi. Ovviamente se si vuole riprendere correndo, o in situazioni più estreme, meglio affidarsi a uno stabilizzatore esterno.
Le mie conclusioni sulla S1H
Per capire pro e contro della Panasonic Lumix DC-S1H non basterebbe una settimana di prova e forse la cosa migliore sarebbe portarla con sé per qualche lunga esperienza – un viaggio oppure una lunga e intensa sessione lavorativa – e capirne i suoi “segreti”.
Certo, con un prezzo del corpo macchina che oscilla tra i 3.300/3.900 euro, non è una videocamera acquistabile per “vedere come funziona”. Dopo averla provata, il rischio comunque è che la maggior parte delle mirrorless potrebbe sembrare poca cosa al suo confronto, e le uniche a non pensarla in questo modo sarebbero la vostra schiena e le vostre braccia… stanche di aver sopportato troppo a lungo oltre un kg e mezzo di macchina fotografica (ottiche incluse).
Va detto inoltre che con la Lumix S1H, Panasonic ha compiuto il cosiddetto “sorpasso” nei confronti della Sony A7 III (verifica qui il prezzo su Amazon), più volte citata come paragone in questa recensione. Con questa costosa videocamera, infatti, la casa giapponese ha dimostrato di essere l’unica produttrice in grado di competere con Sony quando si parla di vere e proprie videocamere mirrorless nel mercato dei prosumer. E in questo senso non va dimenticato che c’è un terzo modello S1, la S1R, con altre specifiche sempre in direzione video. E se si conta che la scelta di Panasonic è stata quella di mantenere il comparto fotografico sempre ad altissimi livelli… allora la S1H è davvero la mirrorless da battere quando si parla del miglior rapporto qualità video/fotografia.