
IL TICINO – Mariano Eugenio Rizzuto
Introduzione
Cos’è un fiume? sembra chiedersi Mariano Eugenio. E forse la risposta è che un fiume, per noi umani, è costituito soprattutto da due sponde separate da uno spazio d’acqua e l’obiettivo che da sempre ci si è posti è fare in modo che tali sponde possano essere riunite.
Per questo, in fondo, sono state inventate le barche, e poi anche i ponti. E alle barche e ai ponti Mariano affida l’incarico di narrare – attraverso le sue fotografie – un fiume come il Ticino, suggestivo e ancora paesaggisticamente e naturalisticamente intatto, in grado dunque di rappresentare iconograficamente anche ogni fiume, di farsi metafora di questa separazione che va superata.
Artist Statement
Abitando da diversi anni vicino al fiume Ticino, ho deciso di rappresentare ciò che è stato in passato e ciò che è ora per la città di Pavia, viaggiando dal caratteristico ponte di barche di Bereguardo, ultimo esistente di questo tipo che ancora oggi viene utilizzato per gli spostamenti tra le due rive del fiume a monte della città sino alle rovine del primo ponte coperto distrutto durante la seconda guerra mondiale. Saltuariamente arrivano le piene a modificare le rive del fiume e a preoccupare i Pavesi.
Oggi le attività rimaste sul fiume sono di tipo sportivo e ricreativo, spesso si incontrano appassionati della “vecchia voga” sulle tipiche imbarcazioni fluviali accanto agli atleti del canottaggio pavese. Il Ticino termina dolcemente il suo corso alla confluenza col fiume Po nei pressi del ponte della Becca.
Commento
Un lavoro realizzato in un bianco e nero forte e ben delineato, che racconta efficacemente gli ambienti e le atmosfere e fa immergere lo spettatore in questo luogo suggestivo, in cui davvero si è spinti a “riflettere” – come fa l’acqua del Ticino con le nuvole – su noi stessi e sulla vita. Tecnicamente preparato e con buone capacità narrative, Mariano Eugenio dimostra ancora una volta come portfolio riusciti non necessariamente richiedano viaggi in luoghi esotici e lontani.