
OBLIO – Salvatore Raudino
Introduzione
Salvatore ci introduce in un ambiente misterioso e sospeso nel tempo, dove ci attenderemmo di non trovare traccia di presenza umana e qui invece fa agire due figure, insinuando però il dubbio: sono esseri umani in carne e ossa o fantasmi? Così evanescenti, queste ombre prendono possesso dello spazio, lo abitano, sembrano quasi prigioniere di questo tempo sospeso, in un perenne dialogo muto tra di loro, come in attesa di una possibile via di fuga.
Artist Statement
Il progetto nasce dall’idea di voler riportare alla memoria collettiva delle Ville e dei Casali dell’800 e del primo novecento, oramai abbandonati e spesso in parte diruti, esistenti nel territorio in cui vivo. Luoghi dove possibili “presenze” ritornano o non sono mai andate via e accompagnano il visitatore alla scoperta dei vari ambienti che compongono l’edificio, in cui sprazzi di intensa luce si alternano a luoghi più bui e riservati. All’oblio si accompagna la nostalgia, desiderio inappagato di ritornare. Alle immagini delle cose che il tempo sta riassorbendo, ho voluto quindi abbinare – utilizzando la tecnica del mosso intenzionale – la presenza di due figure umane, una in bianco e l’altra in nero con l’allegoria che è propria di questi colori. Mi piace concludere con questa frase dello scrittore Elias Canetti premio nobel per la letteratura nel 1981: “anche le cose più dimenticate si ripresentano, ma quando vogliono loro”.
Commento
Un lavoro affascinante, realizzato tecnicamente con competenza, sfruttando tecniche come il mosso che spesso sono utilizzate solo a fini “estetici” ma che qui invece sono ideali per evocare sensazioni, suscitare domande, offrire chiavi di lettura possibili. Questo dimostra una notevole maturità sia tecnica che comunicativa del fotografo.