
I LAGHI DEL CANCANO: GRAFFITI DI UNA FERITA RIMARGINATA – Giuseppe Bottelli
Introduzione
La narrazione dei luoghi è una delle categorie fotografiche di maggior tradizione: da sempre l’uomo ha utilizzato le fotocamere per mostrare agli altri i luoghi incontrati durante i viaggi e riverlarne le bellezze, i misteri, poi anche i problemi. In questo progetto Giuseppe mette in campo il proprio sguardo per mostrarci un luogo non tanto come appare ai ciclisti di passaggio, agli escursionisti, a chi passeggia lungo i sentieri, ma come lo ha visto lui, indagando il rapporto complesso e a volte difficile, ma ricco di suggestioni, che si instaura tra l’uomo e la natura.
Con la costruzione della diga l’uomo ha modificato il paesaggio e l’ambiente, ma quest’ultimo poi modella quel che rimane, creando situazioni di passaggio, di confine, sempre mutevoli.
Artist Statement
Dopo molti anni, più di trenta, sono ritornato ai laghi del Cancano, sopra Bormio. Percorrendoli in un mattino assolato di luglio con Antonella, mia moglie, ci siamo sorpresi nel vedere come l’acqua abbia modellato la terra, le rive, generando graffiti sulle rocce delle sponde. L‘acqua che riempie gli invasi, e poi viene lasciata defluire affinchè la sua forza sia al servizio dell’uomo, ha lasciato tracce indelebili, modellando una Bellezza inaspettata. Ricordavo un luogo abbastanza desolato, che faceva emergere tutte le contraddizioni della sfruttamento della natura da parte dell’uomo. Una Lotta impari i cui esiti , alla fine sono sempre disastrosi. A meno che, l’uomo con cominci a prendersene realmente cura.
Così i resti degli insediamenti degli operai durante la costruzione delle dighe rinascono nei piccoli rifugi e ristori sulle rive, una chiesetta è stata edificata e dedicata alle vittime del lavoro, gli abeti sono stati ripiantati sulle sponde. I vecchi sentieri sistemati. Un luogo da godere a misura dell’uomo dove la bellezza emerge, la natura riconquista il suo valore e il cuore dell’uomo ritrova il suo respiro.
Commento
Un progetto, quello di Giuseppe, ben realizzato e con una forte idea dietro, ma soprattutto gestito con quella sensibilità che è la caratteristica più importante di ciascun bravo fotografo.
A dimostrazione che, al di là della tecnica, quel che conta davvero è vedere i propri soggetti, comprenderli e poi raccontarli agli altri.