
GLI 800 PASSI – Maurizio Guarino
INTRODUZIONE
Questo progetto, se uno ci pensa un attimo, potrebbe intitolarsi in molti modi diversi: “La giornata di un anziano”, “La lettura in tarda età”, “Mani che raccontano”… Ognuno di questi titoli ben rappresenterebbe quel che il nostro autore intende comunicarci, il che rende evidente come si tratti di un progetto multilivello, stratificato, semplice all’apparenza eppure complesso. Quel che vediamo sembra quasi un estratto – una sintesi -di qualcosa di più ampio e articolato, eppure resta compiuto in sé, come la giornata di Marta che entra ed esce dalla sua stanza e ripete gesti quotidiani che diventano importanti proprio perché scandiscono il tempo, gli danno corpo e sostanza.
E si aggiornano: così il libro si fa giornale, il giornale muta in un tablet o in uno smartphone con cui ci si può collegare con i propri cari lontani e col mondo intero, volendo. L’analogico si fa digitale tra le mani di Marta, che ci narrano storie con semplicità, grazie allo sguardo attento e partecipe di Maurizio.
ARTIST STATEMENT
Marta, 93 anni, ogni giorno cammina per “800 passi”, vuole mantenersi in forma. Quanta fatica il camminare, ma è solo un momento della giornata, la partenza di una grande giornata. Il tempo è tanto, ma non fa paura. E’ un amico, ti permette di leggere, di curiosare, di temere la fragilità, di ritagliare e scrivere i tanti ricordi, di affermare, di riposare e nel suo silenzio pregare.
E ti proietta con dolcezza indietro e con forza in avanti, ti ricorda che non è mai troppo tardi per stare nel tempo: il telefonino che sempre più spesso “ti dice qualcosa”, il tablet che ti collega con il mondo per avere ed essere notizia nello stesso attimo, con le mani e la mente per “arrivare” la dove prima ci voleva tanto tempo. Quanta fatica il camminare, ma quanto è bello mostrarsi come si è, essere attiva, curiosa, attenta a tutto quello che accade intorno e esprimere con forza la saggezza del proprio tempo. Io non voglio intervenire nel film, in silenzio voglio curiosare un po’ e fissare qualche momento.
COMMENTO
Maurizio riesce a sfruttare le proprie capacità fotografiche tenendo fede al consiglio di Robert Capa: affinché una foto sia buona, occorre che il fotografo resti vicino al proprio soggetto. Alla lettera, in questo caso, la fotocamera ha seguito Marta senza allontanarsi mai, senza distrarsi. Il bianco e nero utilizzato è funzionale allo scopo: denso, materico, ricorda quasi le vecchie foto a pellicola come a sottolineare il senso del passato ma funzionale anche a suggerire un senso di intimità, di partecipazione, di vicinanza.
E’ evidente che c’è complicità tra soggetto e autore, eppure tutto si svolge con la massima naturalità, senza forzature. Il fotografo diventa quasi trasparente: c’è, ma non si vede. Un lavoro ben concepito e ben realizzato, molto efficace.