
URBAN REDEMPTION – Paolino Montanino
Introduzione
“Resilienza” è un termine oggi piuttosto abusato. Nato in ambito scientifico, è poi diventato un modo per indicare dei sistemi alterati che trovano un nuovo equilibrio anche in ambiti diversi da quello naturalistico o della meccanica. In questo caso, comunque, davvero è adatto a riassumere il senso del progetto di Paolino, visto che gli alberi – e le piante in generale – debbono dimostrare davvero tanta elasticità e capacità di adattamento – e se avessero sentimenti direi anche pazienza – per riuscire a sopravvivere alle condizioni estreme delle nostre città, e ai continui maltrattamenti che subiscono. Il racconto del nostro autore è ironico, ma anche amaro, come si conviene a una realtà, quale quella urbana, in cui senza un po’ di ironia sarebbe difficile mantenere il proprio equilibrio psicologico.
Artist Statement
Fotografare gli alberi mi ha da sempre affascinato: per la loro maestosità, la loro bellezza, per ciò che rappresentano in natura e, perché no, per il piacere tutto “da fotografo” di produrre immagini “belle” di una cosa complessa. Questo progetto è nato quasi per caso, durante le mie passeggiate fotografiche in contesti urbani (sopratutto a Roma, città in cui vivo). Mi sono presto reso conto che non stavo fotografando alberi, ma ciò che ne abbiamo fatto e sopratutto stavo fotografando il senso di colpa di chi li ha messi li. Ciò che ha attratto la mia attenzione non era l’albero in quanto tale, ma l’azione dell’uomo che ne aveva portato la presenza in contesti e situazioni assurde, ridicole e offensive per la natura stessa in una certa misura.
Commento
Un lavoro svolto con leggerezza ma senza superficialità, che indaga una realtà sotto i nostri occhi quotidianamente, e che per questo finiamo per non vedere più. In tal modo il fotografo, oltre a dimostrare le proprie capacità, sfrutta quella che dovrebbe essere una caratteristica fondamentale del fotografo: saper vedere.