
RICORDA DI INCIAMPARE – Ambra Novelli
Introduzione
L’eccidio delle Fosse Ardeatine, a Roma, è forse – tra i pur numerosi eccidi simili – forse quello più simbolico, quello entrato maggiormente nella memoria e nell’animo degli Italiani. Difficile stabilire il perché, visto che ognuno di questi massacri ha visto coinvolte persone innocenti e inermi, tuttavia è probabile che il contesto in cui si è consumato – le cave nei pressi della via Appia, dette appunto fosse ardeatine – abbia contribuito. Così la nostra autrice entra nel buio di questo ambiente cupo, triste, malinconico, e lo rende appunto in toni densi, scuri, con sprazzi di luce qua e là, ci ricorda poi perché tutto questo è avvenuto, concentrandosi su un aspetto specifico: le scritte. Manifesti perentori, violenti sin dalla sintassi, le scritte sui muri, colme di disperazione e stanchezza e infine ci mostra le pietre d’inciampo, simbolo della memoria. Affinché tutto questo non accada mai più.
Artist Statement
Con questo progetto vorrei condividere una testimonianza raccontatami da mia nonna, della quale sono riuscita ad appurare la veridicità grazie alle Pietre d’Inciampo (iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig, finalizzata a mantenere viva la memoria sulle vittime del nazifascismo). Le pietre, ricoperte di ottone, installate nel civico 82 di via della Madonna dei Monti a Roma, mi hanno consentito di seguire le tappe del triste destino della sua amica e familiari, arrestati per motivi razziali nel rastrellamento del 21 marzo del 1944. Le donne furono deportate ad Auschwitz, mentre gli uomini furono detenuti nel carcere di Regina Coeli, per poi essere coinvolti nell’eccidio voluto dai nazifascisti in risposta al famoso attacco subito il 23 marzo 1944 in via Rasella. Ho scelto di raccontare questa storia attraverso i luoghi della Capitale che sono stati protagonisti degli eventi.
Commento
Un progetto forte, sin dalla scelta di un bianco e nero catramoso, denso come inchiostro, che affronta un tema importante e non facile, e riesce a comunicarlo in modo semplice e diretto, senza retorica ma con chiarezza, dimostrando di saper maneggiare abilmente il linguaggio fotografico e soprattutto quello del bianco e nero, e dunque di aver acquisito ottime capacità di gestire anche la tecnica asservendola al messaggio che intende trasmettere.