Pubblicare un libro fotografico con Crowdbooks

Crowdbooks è una piattaforma di raccolta fondi dedicata specificatamente alla pubblicazione di libri fotografici di autori emergenti, cioè non ancora famosi.

Detto così sembra semplice! Ma la realtà e le idee che ci sono dietro alla pubblicazione e al successo di un libro fotografico sono davvero complesse.

Per questa ragione abbiamo chiesto al fondatore di Crowdbooks, Stefano Bianchi, di rilasciare un’ intervista per i lettori di Reflex-Mania.

Se stai lavorando alla preparazione di un tuo libro fotografico, questa intervista sarà davvero oro per te. 

Se invece sei un semplice appassionato, scoprirai un modo nuovo, più “democratico”, di fare editoria. E magari ti farà piacere conoscerlo e seguirne l’ evoluzione nel tempo.

Ma adesso, via con l’intervista!

Ciao Stefano, è un piacere averti qui con noi su reflex-mania. Entriamo subito nel vivo, e raccontaci: come è nata l’idea di Crowdbooks?

Ciao Erik, grazie a te per l’interesse dimostrato verso Crowdbooks!

Crowdbooks è un’azienda intimamente legata alla mia professione di grafico ed Art-Director e alla mia passione per i libri.

Mi sono deciso a fare qualcosa quando ho cominciato a veder passare sulla scrivania del mio ufficio tanti progetti editoriali molto belli che per motivi puramente economici non riuscivano a vedere la luce del giorno.

Lo scopo principale di Crowdbooks infatti è quello di sostenere la produzione di libri (fotografici ma non solo) con un modello di business «comunitario» di scoperta, condivisione e sostegno.

Si tratta di un approccio a mio avviso fondamentale per i fotografi emergenti, che in questa maniera possono farsi conoscere, far conoscere i loro progetti, creare nuove connessioni e beneficiare di una moltitudine di servizi e competenze specifiche dell’editoria.

Tutte cose che spesso le piattaforme di crowdfunding “generaliste” non sono in grado di offrire.

Come funziona esattamente Crowdbooks? Qual è la sua “missione” nel mondo affollato della fotografia?

 Crowdbooks introduce un modello completamente nuovo e unico di pubblicare libri: chiunque infatti può sostenere in modo semplice la pubblicazione di un libro scegliendo di pre-acquistarne una copia in edizione limitata, ad un prezzo più vantaggioso e, talvolta, beneficiando anche di ricompense uniche (possibili solo durante la campagna) quali una stampa originale firmata per esempio.

Anche se il concetto del crowdfunding non è certo nuovo, ed è cresciuto molto negli ultimi anni, Crowdbooks si rivela un partner indispensabile perché, a differenza di altre piattaforme, si occupa di gestire il budget raccolto, accompagnando l’autore durante tutto il percorso editoriale, e cioè dalla sua concezione fino alla produzione, distribuzione e vendita. 

Si tratta di “mestieri” diversi da quello dell’autore, e nei quali improvvisarsi è difficile.

Il book preview o book trailer può essere molto importante per il successo di un progetto. Qui sopra la book preview di “You could even die for not being a real couple”, di Laura Lafon. Uno dei libri finanziati con successo attraverso crowdbooks. 

Noi offriamo allora il know-how di una casa editrice tradizionale con una dedizione specifica per ogni singolo autore, grazie ad un team editoriale affiatato e focalizzato alla comunicazione e al successo di ogni singolo prodotto.

L’ambizione di Crowdbooks infatti è quella di diventare rapidamente la piattaforma di riferimento per tutti i progetti di libri che vogliono trovare un finanziamento; un marketplace costituito da progetti di libri dove quotidianamente si potranno scoprire nuove incredibili storie che per qualche ragione non hanno avuto modo di essere pubblicate e per le quali ci sono appassionati interessati ed in grado di supportarle finanziariamente con un piccolo contributo.

Un libro è in primo luogo uno strumento di comunicazione e il suo valore più alto è la relazione che crea tra autore e fruitore. Il valore di un libro sta nelle connessioni che è in grado di stabilire e nella possibilità di moltiplicarle. Crowdbooks amplifica questi valori: il suo compito è quello di creare e mantenere una fitta rete di connessioni intorno al libro, in modo che il contenuto raggiunga i destinatari più appropriati e si diffonda in maniera virtuosa.

Chi è secondo te il pubblico ideale per il vostro servizio? 

Crowdbooks è una piattaforma biunivoca, cioè:

Da una parte c’è una community di appassionati di libri che ci segue e ci sostiene. Con l’andare del tempo ci siamo accorti che c’è un pubblico di persone che non fanno necessariamente solo parte di una nicchia di appassionati e collezionisti ma che, vedendo i progetti di storie inedite, insolite e difficili da trovare sul mercato tradizionale si avvicinano con piacere e si lasciano affascinare dal progetto, diventando così dei veri e propri evangelist!

Dall’altra ci sono tre tipi di utenti “ideali” e per ognuno c’è un’offerta specifica:

  • Self-publisher “totale”: in questo caso l’autore si limita ad utilizzare la piattaforma per raccogliere fondi ed affida a crowdbooks, che si trattiene una % sul raccolto, la produzione e la spedizione dei libri.
  • Autore “tradizionale”: in questo caso il progetto editoriale è selezionato e pubblicato sotto il marchio Crowdbooks, esattamente come fossimo una casa editrice. La nostra equipe si occupa allora insieme all’autore di definire il prodotto editoriale, cura la parte grafica, la produzione, la stampa, la vendita e promozione. In questo caso la collaborazione sarà oggetto di un contratto di edizione tradizionale. 
  • Editore: stiamo sperimentando con successo anche il fatto di dare la possibilità ad editori di raccogliere fondi tramite la piattaforma, con CrowdBooks che trattiene una % sul raccolto a fronte del servizio di funding offerto.

Quanti progetti “funded” avete portato a termine? Di che percentuale si tratta rispetto ai “Not Funded”?

Proprio ieri abbiamo finanziato il nostro 22esimo libro!

La percentuale dei progetti funded su Crowdbooks è dell’85%.

Si tratta di una percentuale di successo molto alta, dovuta a due fattori:

  • selezioniamo molto accuratamente i progetti su cui ci impegniamo
  • non lasciamo l’autore da solo, ma cerchiamo di “accompagnarlo al traguardo”

La cover di uno dei progetti recentemente finanziati. 

Cosa consiglieresti ad un fotografo che vuole avere successo nel suo tentativo di Crowdfunding?

Una campagna di crowdfunding non è sicuramente un’impresa facile come può sembrare in apparenza; assomiglia in tutto e per tutto ad una vera campagna pubblicitaria!

Bisogna lavorare moltissimo, soprattutto prima di lanciare il progetto. 

E’ fondamentale parlare con le persone che si conoscono, renderle partecipi del proprio progetto/ sogno di voler pubblicare il proprio libro, avere un dialogo con il proprio pubblico di riferimento. Bisogna instaurare un rapporto di fiducia, che non è assolutamente quello della “vendita” tradizionale.

L’efficacia del crowdfunding infatti parte dal presupposto che si possa sollecitare un “primo cerchio” denominato “family & friends”: se non si è capaci di raccogliere almeno il 30% della cifra totale tra famiglia e amici in tempi brevi è certo poi che altre persone che non ci conoscono e/o non conoscono il nostro lavoro non investano i loro soldi lì dove neanche le persone più vicine ci hanno creduto.

E’ un po’ un effetto “a catena” che si propaga: se si riesce a coinvolgere adeguatamente questo primo cerchio, l’interesse diventa poi in qualche modo virale, e verrai finanziato da perfetti sconosciuti.

Siamo costantemente bombardati da messaggi pubblicitari e promozionali su ogni media e il rischio di una promozione/ campagna fatta nel modo sbagliato è che possa ritorcersi contro il progetto.

Il mio consiglio spassionato agli autori che vogliono pubblicare un libro in crowdfunding (indipendentemente che utilizzino Crowdbooks o meno), è prima di tutto quello di capire perché vogliono fare un libro; e poi qual è la tipologia di libro che desiderano produrre, avendo già delle idee riguardo all’editing, alla selezione delle foto, a chi scriverà i contenuti/ la prefazione etc.

Ovviamente durante tutto il processo editoriale che si compone di vari aspetti e competenze specifiche, l’aiuto di professionisti è fondamentale ed è impensabile poter gestire tutto da soli.

Crowdbooks seleziona accuratamente i propri progetti e predilige quelli più “maturi”, cioè progetti ai quali gli autori hanno già lavorato, possibilmente accompagnati da un curatore professionista.

Attenzione però: la scelta e la selezione dei progetti non si basa sul criterio di sostenibilità del progetto stesso! Non si sceglie cioè un progetto sulla base di quanto si presuma esso venderà, in quanto così facendo andremmo a ricalcare quello che già fanno gli editori “tradizionali” e perderemmo la nostra mission originale, la nostra ragione di esistere!

Questo però non significa che non ci interessi vendere!

Se il progetto è selezionato, con il nostro know-how e contributo professionale cerchiamo di mettere insieme tutti gli elementi raccolti al fine di arrivare ad un prodotto ottimale sia dal punto di vista editoriale che commerciale.

Perché sebbene la selezione non si basi unicamente sulla “vendibilità” di un progetto, ogni libro per essere considerato “riuscito” deve comunque essere acquistato, diffuso e vissuto da più persone possibili.

E qui mi riaggancio al discorso iniziale quando dicevo che il valore più alto del libro è la relazione che crea tra autore e fruitore, il vero traguardo di un crowdfunding riuscito.

Ci sono caratteristiche specifiche che contraddistinguono i progetti “che ce la fanno”?

Dopo 22 progetti finanziati e pubblicati ho un’idea abbastanza chiara di quali possono essere i progetti “che ce la fanno” e posso dirti che per la maggior parte dei casi la qualità del progetto in sé non è il vero criterio di riuscita di una campagna.

La chiave di riuscita (statistiche alla mano!) è da ricercarsi per la maggior parte nell’attività dell’autore, dalla sua motivazione e dal suo modo di coinvolgere le persone sul suo progetto e fargli capire perché gli sta veramente a cuore.

Purtroppo moltissimi autori sottostimano diversi aspetti importanti e si presentano con false convinzioni del tipo: “ho 5000 amici su Facebook, per cui la campagna andrà bene sicuramente…!”.

Purtroppo non è così: la capacità di engagement dell’autore sul suo entourage (almeno nella prima fase) e in seguito la capacità di “promuovere” loro stessi il libro al pubblico è fondamentale per la riuscita della campagna…!

Da parte nostra ci impegniamo a sostenerlo nella promozione tramite i nostri canali, in particolare la newsletter e i social; ma se l’autore non è convinto e motivato lui stesso e non fa la sua parte, la campagna non andrà a buon fine.

Uno dei motivi principali motivi del fallimento di una campagna di crowdfunding (a parte il fatto di non averla preparata a sufficienza prima di lanciarla e quindi non aver fatto “i compiti” a casa che suggeriamo all’autore tramite un piccolo manuale), è di “tipo culturale”.

Mi è capitato infatti di discutere spesso con autori (più o meno conosciuti) a cui piace moltissimo l’idea della raccolta fondi tramite la nostra piattaforma ma non vogliono assolutamente “sporcarsi le mani”, cioè non vogliono promuovere e “andare a chiedere i soldi” agli amici, o alle persone in generale, come se fosse una cosa di cui vergognarsi.

Non lo ritengono un metodo valorizzante per il loro lavoro.

Credono ancora di poter trovare facilmente un editore che finanzia per intero il progetto o addirittura sono pronti a pagarne uno fior di quattrini solo per il prestigio di utilizzare il suo marchio conosciuto e quindi ingenuamente credono che anche il loro lavoro acquisti importanza/ sia più importante… (un po’ come quando le persone che si comprano un vestito di marca sapendo di pagarlo molto caro si sentono “migliori” agli occhi degli altri…).

Ovviamente è tutta una questione psicologica per loro e di marketing per l’editore,  che sfrutta questa cosa per massimizzare profitti sfruttando il proprio marchio.

Gli autori che pagano un editore non capiscono che in questo modo il loro lavoro non sarà mai promosso  né venduto, perché l’editore ha già guadagnato dall’operazione e quindi non gli interessa affatto perdere tempo e soldi nei meandri complicati della distribuzione e della vendita in libreria.

Il principio del crowdfunding invece va ben oltre questi preconcetti.

Se ne si capisce la logica profonda che c’è dietro e se quindi è ben utilizzato, riesce a catalizzare un nucleo importante di persone a cui interessa veramente di partecipare alla riuscita di un progetto, specialmente se culturale, quale la pubblicazione di un libro!

L’aspetto positivo è che grazie al supporto di tante persone si riesce a sostenere una pubblicazione che altrimenti non avrebbe visto la luce e in tutto questo non c’è niente di cui vergognarsi, anzi! Chi ti sostiene lo fa perché si è appassionato al progetto, vuole in qualche modo che quel progetto esista e ne va fiero perché molto spesso proprio quel progetto va al di là delle logiche commerciali di mercato!

Forse non sarebbe mai stato pubblicato non perché il contenuto non merita, ma perché la scelta di pubblicare da parte di un editore si basa su stime di ROI (ritorno sull’investimento) molto prudenziali, soprattutto poi se l’autore è un autore emergente..!

Tutto ciò ovviamente porta di riflesso a due conseguenze:

  • Mette l’industria dell’edizione in crisi mentre invece ci sono un sacco di progetti fantastici in giro!!
  • Foraggia un progressivo impoverimento culturale generale perché ovviamente la tendenza a pubblicare sempre le stesse cose è molto forte! Pochi rischiano nel  fare cose nuove.

Crowdbooks, per ricompensare i sostenitori dei propri libri, offre delle edizioni limitate a prezzi inferiori (generalmente con il 20/30% di sconto + spedizione inclusa) rispetto ai prezzi che troveranno in libreria. Inoltre cita i loro nomi per esteso nel colophon affinché si sappia che è grazie a loro che la pubblicazione si è concretizzata.

Ho visto che, in qualche caso, affiancate il fotografo ben oltre il Crowdfunding del libro. Penso per esempio al vostro coinvolgimento nella mostra di Fabio Sgroi al nuovo Centro Internazionale di Fotografia di Palermo. Ci vuoi parlare un po’ di questo aspetto di Crowdbooks? 

Gli autori selezionati e pubblicati da Crowdbooks sono sicuramente supportati non solo nella parte editoriale ma anche nella creazione di eventi ad hoc o mostre dove poi si presenta ovviamente anche il libro, lo si fa vedere dal vero, sfogliare, toccare con mano … l’autore firma delle copie, racconta degli aneddoti curiosi, lo spiega con parole sue e ci fa entrare per un po’ nel suo magico universo…!

Quali sono stati, da quando hai lanciato Crowdbooks, la tua più grande soddisfazione e il tuo più grande “cruccio”?

La più grande soddisfazione: quella di lavorare con alcuni autori emergenti con i quali insieme, a testa bassa, con tanta umiltà e tenacia abbiamo raggiunto insieme nel giro di poco tempo traguardi importanti, sia a livello di notorietà che commerciali. Non c’è niente di più gratificante!

Il mio più grande cruccio è invece un libro al quale tenevo molto e che per motivi indipendenti dalla mia volontà non siamo riusciti a pubblicare…

Che progetti hai per l’immediato futuro? 

Stiamo lavorando allo sviluppo della piattaforma per aggiungere nuove funzionalità importanti al servizio della community, a breve vorrei aprire anche una call internazionale ufficiale per ricercare e pubblicare nuovi progetti di autori da tutto il mondo!

Il 24 marzo a Napoli a Magazzini Fotografici ci sarà una intera giornata dedicata a Crowdbooks; raccontaci qualcosa in più su questo evento. 

Si, sarà un grande giorno!

La giornata, sarà scandita da una serie di eventi che sposano la dinamicità e l’originalità di Magazzini Fotografici, spazio dedicato alla fotografia, nel centro storico di Napoli.

Abbiamo deciso di cominciare a fare questo tipo di eventi sostanzialmente per:

  1. Dare la possibilità ai nostri autori di mostrare il loro lavoro/ libro ad un pubblico più ampio
  2. Dare la possibilità ai fotografi e a tutte le persone interessate di approcciarsi a questo nuovo modo di fare edizione, per poter approfondire e chiedere tutto quello che vogliono sapere

Il programma della giornata sarà ricchissimo. Fra le altre cose ci sarà uno slideshow dei lavori You Could Even Die For Not Being a Real Couple di Laura Lafon e Terra Nullius di Viviane Dalles.

E diversi “talk” con gli autori e fotografi Crowdbooks: Francesco Faraci (Malacarne) Fabio Sgroi (Past Euphoria Post Europa), Gianluca Balocco (The Image Through the Senses / Witjai), Filippo Romanelli (Just Another Gender Theory), Carlo Bevilacqua (Utopia, Dreaming the Impossible). 

A fare da corollario all’evento, ci sarà la mostra del progetto Just Another Gender Theory di Filippo Romanelli che rimarrà in esposizione fino all’8 aprile 2018.

Una delle foto presenti alla mostra Just another gender theory, di Filippo Romanelli

Stefano, ti ringrazio davvero per la tua disponibilità. Chissá che magari da questa intervista uno dei nostri lettori non riesca ad avere il suo libro “funded”.

 Grazie a te per la bella possibilità che ci hai dato di spiegare meglio cosa è Crowdbooks e qual è la sua mission!

Prima di salutarci però, toglimi una curiosità su come ti vedi tu in questo mondo super-fluido di internet: sei più editore, grafico, imprenditore, o ti senti ancora qualcosa di diverso? 

Bella domanda!

Riprendendo la tua bella metafora della fluidità mi sento soprattutto un nomade digitale, addicted alla rete, connesso h24, appassionato del bello e da ogni forma di arte, perennemente in cerca di “nuove storie” da far scoprire e condividere con gli altri mediante l’edizione e il movimento di cui Crowdbooks è il fautore e del quale ho coniato il nome: il Crowd-Publishing!

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