Smettere di Essere Principiante – I progetti di fine corso

A VELA CON LA BUM – Luigi Rigoli

Introduzione

Luigi è un “lupo di mare”, un amante delle onde e degli spazi senza apparente confine, del vento e della salsedine, un appassionato della vela, delle rade dove cercare approdo, delle rotte che ti portano lontano dal solito e dentro il silenzio.

Ma in questo progetto non parla tanto di tutto questo – che rimane, per così dire, sullo sfondo – quanto della condivisione che fa della propria passione. Ci mostra il suo equipaggio, giovani che fanno esperienza, che imparano cosa voglia dire andare di bolina, scrutare l’orizzonte per interpretare le nubi, che fanno esperienza delle leggi marinare, e delle mille tecniche necessarie per sfruttare il vento a proprio vantaggio, senza restarne succubi.

E’ un racconto che si svolge nei pochi metri quadri della barca, eppure che ha una vastità immensa, che poi è il fascino e il mistero del navigare: si sta reclusi in piccoli spazi eppure si affronta l’infinito.

 

Statement 

“Col mio progetto fotografico intendo mostrare le attività che si susseguono a bordo della mia barca a vela “La Bum” durante una crociera e i benefici che ne derivano, con l’obiettivo di trasmettere la mia esperienza di vita di mare a chi sale a bordo vuoi per imparare i primi rudimenti della navigazione a vela o per godere della vita sul mare.

Inoltre come citato nello statuto della Lega Navale Italiana di cui sono socio da 25 anni, è dovere diffondere l’amore per il mare attraverso gli sport marinari e le numerose attività di navigazione.

Lo sport della vela è stato per me una eccellente medicina per superare lo stress della mia frenetica vita lavorativa e oggi è diventata una vera e propria passione che mi da piacere di trasmettere ad altri.

Ricevo richieste ad imbarcarsi con me principalmente da giovani che così possono imparare a collaborare facendo parte di un team, a vivere in ambienti ristretti, ad alternarsi vicendevolmente nelle attività di bordo, comprese le pulizie, l’organizzazione della cambusa e a preparare da mangiare per l’equipaggio.

Alla sera si ormeggia nei porti o nelle baie, all’ancora, alternando così qualche tappa a terra per un po’ di turismo con il relax che offre una baia in una notte stellata, a contatto con la natura e ai suoi ritmi più lenti, in contrapposizione con il ritmo frenetico delle città. Si impara così ad apprezzare un modo di vivere piu’ arcaico e lento, ad ascoltare il rumore dell’ acqua che scorre sotto lo scafo, e il vento sulle vele”.

Commento

Il linguaggio scelto da Luigi è semplice e diretto, da buon marinaio sa che le cose debbono essere prive di fronzoli, per funzionare.

Così, concentra la propria attenzione sui gesti e sugli sguardi, sceglie un taglio intimo, ristretto, che indaga i dettagli e non si perde in prolisse descrizioni, forte della consapevolezzo che l’Uno può essere il Tutto, che in ogni cosa si esaurisce l’Universo. Come scriveva William Blake, occorre saper “vedere un Mondo in un granello di sabbia,/E un Cielo in un fiore selvatico,/Tenere l’Infinito nel cavo della mano/E l’Eternità in un’ora”.

Un’esperienza che il marinaio fa costantemente, perché nell’Universo ci naviga, anche se è fatto di acqua e cielo. Un progetto ben realizzato che dimostra notevole maturità e sicurezza nei propri mezzi.

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