
TICINO UN FIUME DI SENSAZIONI – Massimo lucenti
Introduzione
Il tema scelto da Massimo è il fiume Ticino, almeno all’apparenza, perché in realtà il tema è quel fiume perenne che sempre scorre dentro di noi e che si chiama memoria. Un continuo scorrere di sensazioni, idee, tracce del passato, emozioni rivissute o mai dimenticate che Massimo utilizza come guida per ripercorrere il fiume – quello reale – in modo da estrarne frammenti che però raccontano l’altro fiume – quello del ricordo – creando un ponte tra la sua interiorità di fotografo e il mondo che ci circonda. Che poi, ogni fotografo vorrebbe e dovrebbe fare altrettanto. Il viaggio di Massimo lungo il Ticino ci fa scoprire un mondo semplice, essenziale, velato dalle nebbie o distante nella luminosità del riverbero, ma anche solido, concreto, carico di odori, percezioni, fatica del pagaiare, fatto di camminate lente lungo le rive ciottolose a indagare con lo sguardo le acque ancora limpide, o inseguendo il volo di una garzetta, o delle anatre spaventate dal nostro arrivo.
Statement
A volte ripercorrere, con un nuovo modo di guardare, luoghi cari pieni di ricordi ci consente di assaporare nuove sensazioni e di provare nuove emozioni.
“Il Ticino” …. fin da piccolo ho trascorso tanto tempo in riva al “fiume azzurro”; prima con mio nonno grande pescatore o con mio padre che mi ha insegnato a nuotare nella corrente e poi con la banda dei miei amici.
Da piccoli giocavamo con legni, portati sulla riva dalle piene, che sembravano animali fantastici o preistorici. Da ragazzi i nostri primi amori sulle spiagge di sabbia e sassi, poi le nostre prime vogate e pagaiate in kayak.
Per questo progetto fotografico e quindi con l’insegnamento di Marco di vedere oltre che guardare ho ripercorso questi luoghi con lo scopo di raccontare com’è fantastica questa valle diventata un parco naturalistico “Parco Ticino” dove animali fantastici, animali veri e umani convivono in armonia.
Io il Ticino ho continuato nel tempo a solcarlo vogando e pagaiando, dal Lago Maggiore fino alla confluenza con il Po, e mi piacerebbe un giorno, da vecchio esperto e saggio, poter raccontare alle nuove generazioni di come noi umani siamo riusciti a preservare ambienti naturali importantissimi come la valle del Ticino, a discapito della noncuranza, degli abusi e dell’ignoranza di molti.
Il racconto intimo di Massimo funziona. Già solo questo basterebbe a decretarne la riuscita. Le foto interagiscono fra loro per dare l’idea del taccuino d’appunti visivo, dello sguardo che indaga senza preconcetti e senza l’angoscia della perfezione tecnica, ma solo della perfezione del significato. In tal senso l’autore dimostra di saper gestire al meglio le proprie risorse fotografiche, concentrando l’attenzione su ciò che conta, con fotografie che hanno qualcosa da dire, che nascono da un’esigenza interiore. Per questo riesce a cogliere spunti che altri non vedono, grazie allo sguardo intenso mosso dall’affetto per quei luoghi in cui ha trascorso parte della sua infanzia.