
ATMOSFERE LACUSTRI – Stefano Salvato
Introduzione
Stefano si dedica a un progetto piuttosto tradizionale, ma affatto banale.
D’altra parte la fotografia di paesaggio rappresenta uno dei campi principali in cui i fotografi amano cimentarsi: all’inizio perché sembra il genere più facile, successivamente – quando le competenze crescono e si matura anche artisticamente – perché è il genere più difficile.
Sfuggente, sempre variabile, ampio e poco contenibile, il paesaggio offre mille opportunità creative e mille possibilità narrative, sebbene i più pensino che un luogo (o una molteplicità di luoghi) non possano essere narrati.
Stefano sceglie una modalità tranquilla, quasi “zen” per riprendere i laghi della zona in cui vive. Niente tempeste o acque agitate: al contrario, le sue foto parlano di serenità, di riflessi, di cigni e stormir di foglie. Le acque che riprende rappresentano bene quello “specchio del cielo” che per gli Antichi erano i laghi: visto che rimirare il cielo (e dunque la divinità) era fuori della portata della mente e dello sguardo umano, allora lo si studiava riflesso nelle acque calme, che trasmettevano così un riverbero di divinità, reso se non comprensibile, almeno alla portata dell’umano intelletto.
I laghi di Stefano sono così un riflesso del cielo, ma anche dell’animo del fotografo, che li avvicina in cerca di quiete, nell’ora forse più tranquilla, dopo la frenesia del giorno: la sera, il tramonto, o anche dopo, e a volte nella solennità di una mattina brumosa, quando il suo sguardo, come i suoi pensieri, sembrano perdersi nella lontananza.
Statement
Vivo in provincia di Varese, una zona ricca di laghi che offrono scorci e scenari naturali molto suggestivi, e ho sempre avuto una certa predilezione per le fotografie di paesaggio.
Ho deciso dunque di basare su questi due elementi il mio primo progetto fotografico, nato a suggello del corso “smettere di essere principiante”: una sorta di diario per immagini in cui ho cercato di raccogliere le sensazioni rassicuranti, quasi sempre di “calma contemplativa”, che il lago riesce a trasmettermi.
L’azzurro che diventa metallo fuso nelle giornate nuvolose, il blu freddo e intenso della sera, l’oro rosato in cui si riflette l’alba. Immagini filtrate o riflesse da acque misteriose nella loro apparente immobilità, che danno vita alle per me tanto familiari “atmosfere lacustri”. Le foto presentate ritraggono diverse località del lago Maggiore e del lago di Varese.
Commento
Le foto di Stefano denotano una buona padronanza del mezzo tecnico, che domina con competenza, e arrivando a volte a risultati di ottimo livello.
Ci sono numerose ingenuità, probabilmente inevitabili quando si affronta un tema del genere, e qualche scatto un po’ troppo oleografico. Questo anche perché Stefano non ha voluto rischiare abbastanza, evitando le situazioni più promettenti ma meno “sicure”.
Tuttavia il risultato finale è interessante, specialmente effettuando un po’ di editing e selezionando con attenzione.
Infatti, Stefano è partito da una selezione molto ampia (20 immagini), ma il nostro obiettivo è di avere al massimo 10-12 foto.
Perciò, la prima operazione è quella di identificare la foto di apertura (il paesaggio nebbioso è certamente quella che di più “blocca lo sguardo”) e fare una prima cernita delle foto.
Alla fine, il breve “reportage” sui laghi potrebbe anche esaurirsi qui. Però ho cercato di aggiungere qualche altra foto e di organizzare diversamente la sequenza.
Credo che questo insieme possa rappresentare bene il lavoro di Stefano. Come per tutte le sequenze su temi che non hanno un preciso sviluppo cronologico, la mia scelta di quale foto inserire e in quale ordine è opinabile. Ma comunque è un buon punto di partenza, per un lavoro intenso e certamente ben svolto!