
LA TEMPESTA – Tiziana Antonello
Introduzione
L’evento di cui narra Tiziana è noto praticamente a tutti, perché tutti i giornali, le radio e le televisioni ne hanno parlato.
Le scene apocalittiche dei boschi abbattuti dalla furia del vento ben si può dire facciano oramai parte dell’immaginario collettivo recente. Tuttavia, la scelta che fa Tiziana non è quella del racconto, ma quella dell’emozione; andando in quei luoghi oramai irriconoscibili, l’autrice cerca di riconettersi con la natura devastata, di trovare il filo della speranza non disgiunto da quello del ricordo.
Non mostra vie d’uscita, semmai ce ne siano, ma cerca di interpretare gli eventi per trarne insegnamento e attraverso le sue foto vuol condividerlo con gli altri, affinché la morte di tutti quegli alberi – e degli animali che vivevano in quei boschi – non sia stata del tutto vana
Statement
Il tema del progetto è l’effetto della tempesta Vaia nella zona del lago di Carezza. In pochi minuti il vento e la pioggia hanno distrutto una foresta secolare.Ho cercato di esprimere il mio dolore per quanto accaduto a causa del riscaldamento globale e la sensazione che sia stato infranto un equilibrio, che la tempesta abbia sferrato un colpo di maglio di inaudita potenza che ha mandato in frantumi l’immagine idilliaca degli abeti che da sempre si specchiavano nel lago, mentre ora gli alberi rivolgono al cielo i tronchi e le radici sconvolte come a chiedere aiuto.
Commento
Nelle foto di Tiziana non ci sono colori forti, ma questi sono evanescenti perché le immagini presentano in sovrimpressione dei vetri rotti, a sottolineare una frattura insanabile tra uomo e ambiente.
Quei boschi estesi e lussureggianti che riempivano lo sguardo di bellezza ora sono solo un ricordo, al loro posto vediamo colline nude colme di detriti legnosi e sparsi moncherini. E’ una scenario quasi postbellico. Le radici contorte che dovrebbero essere sotto terra ora sono rivolte al cielo, come a chiedere aiuto. I tronchi caduti sono stati in buona parte tagliati e portati via. Gli alberi e i boschi divelti divengono così anche il simbolo della condizione umana, apparentemente salda e stabile, ma che un’improvvisa tempesta può sconvolgere.
Il lavoro di Tiziana appare in tal senso emotivamente coinvolgente e ricco di rimandi, e si presta dunque a una lettura multilivello, il che ne fa una prova davvero ben riuscita.