
DELITTI ECCELLENTI ROMANI (PER NON DIMENTICARE) – Camillo Granchelli
Introduzione
Il progetto di Camillo è da ogni punto di vista un lavoro “giornalistico”, sebbene dedicato a eventi di un passato nemmeno troppo lontano. Lo è soprattutto per l’utilizzo che il nostro autore ha fatto dei ritagli dei giornali che, all’epoca, raccontarono i numerosi delitti che insanguinarono Roma quasi mezzo secolo fa, spesso legati ad associazioni malvitose come la “Banda della Magliana”, ma anche al terrorismo (rosso e nero) che in quegli anni rese la vita del nostro paese difficile e cupa. In questo racconto, Camillo alterna aperte citazioni a ricostruzioni sul campo, in cui le foto dei delitti sono inserite negli stessi luoghi ma ripresi oggi.
Un modo per conservare la memoria e rinnovare le riflessioni che certi eventi dovrebbero sempre sollecitare.
Artist Statement
Nella città di Roma, tra gli anni ’70 e ‘90, molti furono i fatti tragici, i delitti, che colpirono noti personaggi della società, tra intellettuali, politici, giornalisti, uomini dello stato e forze dell’ordine, o esponenti della malavita. In questo lavoro di ricerca, svolto consultando archivi storici online di testate giornalistiche e foto d’epoca in archivi pubblici in rete, alcune immagini ed estratti di articoli sono montati insieme usando la tecnica del collage, per descrivere in un’unica tavola gli accadimenti dei tempi lontani. Le fotografie dei luoghi, teatri degli eventi passati, documentano le loro attuali condizioni, mostrando a volte posti del tutto anonimi, o in taluni casi ornati da targhe o monumenti, a testimonianza di quanto accaduto.
Questi luoghi sono infine ripresi, sovrapponendo in fase di scatto le immagini d’epoca dei servizi di
reportage giornalistico, con le scene originarie dei delitti, sullo sfondo attuale degli stessi luoghi,
così come appaiono oggi. Questo è un lavoro di documentazione, per conservare memoria di certi eventi tragici del passato, accaduti sulle strade di Roma, in posti nei quali a noi tutti capita di passare giornalmente, forse senza sapere, forse senza ricordare, o facendolo distrattamente guardando una lapide, leggendo una targa, osservando un monumento che è lì a testimoniarci un tremendo passato. In ordine cronologico: Delitto Moro e strage della scorta (1978, via Fani e Caetani), delitto Pecorelli (1979, via Orazio), delitto De Pedis (1990, via del Pellegrino)
Commento
La tecnica scelta da Camillo non è certamente nuova, ma quantomai efficace e utilizzata con sapienza. Non era d’altra parte facile raccontare fotograficamente qualcosa che non c’è più: il sangue sull’asfalto, i cadaveri, le auto crivellate di colpi, la Polizia Scientifica all’opera e così via.
Eppure attraverso i giornali dell’epoca e le foto riprese allora da chi era presente per svolgere il proprio lavoro di fotogiornalista, veniamo proiettati all’indietro nel tempo, e possiamo quasi respirare quell’atmosfera pesante, davvero “di piombo”, come venne definita.
In questo modo l’autore gioca con il tempo e con lo spazio, in un cortocircuito che funziona e dimostra che la fotografia non è soltanto fare “click” davanti a un bel soggetto, ma la narrazione di un’idea.