
LA BASSA – Donatella Guerrini
Introduzione
La Bassa romagnola, come ogni grande pianura, è un mondo davvero particolare: sembra mare, come ci dice Donatella, e camminarci dentro è come navigare. Ogni tanto dà una sensazione di smarrimento. Questa serie di foto ha una matrice ben precisa: il soggetto vero, in fondo, è l’orizzonte, una linea virtuale ma che nelle pianure diventa qualcosa di concreto, un dato di fatto.
Impossibilitato a salire – se non per scalare qualche muro o il campanile della chiesetta di un paese – lo sguardo finisce inevitabilmente laggiù, verso quel limite che non è un limite, esattamente come certi naviganti di un tempo, stremati dal viaggio, interrogavano quella linea sottile tra mare e cielo in attesa che qualcosa arrivasse a spezzarla. Nella Bassa solo le colline sembrano in grado di farlo, ma sono immagini evanescenti e lontane, buone per sognare.
E allora ti resta solo “Il profilo delle nuvole”, come Luigi Ghirri intitolò un suo famoso libro. Per la gente di pianura – Ghirri abitava a Roncoscesi, anche se era di Scandiano – la fantasia è d’obbligo, se non vuoi smarrirti nel mare verdeggiante di campi coltivati.
Artist Statement
Sono nata e vissuta in Bassa Romagna, il territorio a nord ovest della città di Ravenna. Qui l’unica salita che devi affrontare in bicicletta è quella dell’argine del fiume. Tutto intorno è piatto. Ma la cosa spettacolare è che lo sguardo può spaziare lontano e vedere l’orizzonte. Come se si fosse in mare aperto. Cresci spaziando con lo sguardo verso le colline ed immaginando il mare là in fondo. E la libertà di questa campagna pianeggiante te la porti sempre dentro.
Ci sono giornate di nebbia dove l’orizzonte scompare, dove il silenzio e la solitudine sembrano dover essere eterni. Ma poi arriva il vento che spazza via tutto e le nuvole tornano a riempire il cielo. E puoi riprendere a guardare lontano, immaginando luoghi sconosciuti.
E ogni volta rimani incantato dal passaggio delle nuvole, dai tramonti in cui vedi il sole fino a che non scompare del tutto, dalla sua luce che si diffonde ancora per un po’ sui campi.
Commento
Il lavoro di Donatella denota una perfetta conoscenza dei linguaggi classici della fotografia di paesaggio. La nostra autrice non sceglie una “tonalità” aulica oppure malinconica, non cerca riferimenti tra la grande fotografia americana di paesaggio, o in quella contemporanea fatta di spettacolari cascate o alte montagne.
Preferisce piuttosto affidarsi al suo sguardo, guidato dall’affetto per questa terra che secondo alcuni ha poche attrattive, e che indaga senza metter filtri in mezzo, quasi con candore, scegliendo gli orari più diversi, le luci più suggestive, le giornate più adatte.
Con semplicità, rifuggendo il facile effetto, e affidando alle linee sul terreno (le strade, i canali, le colture) – che inevitabilmente convergono laggiù verso l’orizzonte – il compito di suggestionare lo spettatore, dimostrando che per fare delle buone foto di paesaggio non servono luoghi spettacolari o famosi, ma uno sguardo che sa vedere davvero.