Smettere di Essere Principiante – I progetti di fine corso

CONTRASTI URBANI – Antonio Cometto

Introduzione

La scoperta del mondo circostante, quello a noi più vicino, è una delle fasi più promettenti per un fotografo.

Quasi tutti all’inizio della loro attività fotografica, collegano la fotografia al viaggio, comunque allo spostamento, all’essere altrove. La fotocamera si tira fuori solo in determinate occasioni, e non la si utilizza per esplorare i luoghi in cui viviamo: la nostra casa, il nostro quartiere, la nostra città, o per riprendere le persone del nostro quotidiano.

Perciò, quando finalmente ci si rende conto che ci sono soggetti che restano perennemente a portata di mano, e che li si può utilizzare per dare vita a foto efficaci, scatta da un lato il senso di meraviglia, dall’altro una sorta di entusiasmo.

E’ successo anche ad Antonio, che ora guarda alla sua città, Milano, con gli occhi di un bambino, col naso all’insù. Questo sguardo indagatore e quasi infantile, puro e diretto, rappresenta la caratteristica più rilevante delle foto di questa serie, che ci mostrano una Milano non oleografica, anche fredda e invernale ma non distante. I muri sembrano parlare, i grandi manifesti stile “Blade Runner” aggiungono una nota di inquietudine che ben si accorda con lo stile asciutto e diretto di Antonio.

 

Statement 

Milano è la mia città. Ci sono nato, cresciuto e ci ho quasi sempre vissuto. Però fino a qualche mese fa, l’avevo fotografata poco e mai in maniera organica.

Tuttavia, non appena iniziato il corso, ho capito che Milano sarebbe stato il mio soggetto primario e così ho iniziato a prendermi del tempo per camminare con la fotocamera in mano, guardandomi intorno. Con mio stupore, luoghi attraversati decine di volte con lo sguardo e la mente rivolti altrove, hanno iniziato a disvelare piccoli particolari che meritano il tempo di un pensiero e, naturalmente, di uno scatto. 

I contrasti urbani rappresentati in questa serie di foto sono dettati in parte dalle finalità didattiche del corso, che impongono tempi definiti e in parte dalla stagione, che mi ha messo davanti al contrasto forse più sorprendente; quello fra la natura scheletrica degli alberi privi di foglie e la geometria dei palazzi.

Commento – Le foto di Antonio hanno la caratteristica di essere dirette, senza sotterfugi: lo sguardo del fotografo non si nasconde, indaga i grafismi, i dettagli, le fronde degli alberi come se li vedesse per la prima volta, con partecipazione, con passione.

Il suo è un innamoramento per la città dov’è nato e cresciuto, e che ora riscopre grazie alla fotografia. Milano appare come una metropoli del futuro, ma ha anche qualcosa di familiare, di domestico, come in una tensione costante tra tradizione ed evoluzione, che poi è la caratteristica della capitale economica del nostro paese: così tanto italiana, eppure anche così internazionale.

Provinciale da un lato, ma anche aperta al mondo: e nelle immagini di Antonio tutta questa materia si addomestica, diventa alla portata del fotografo, il quale abbandona di rado il punto di vista dell’uomo comune, la strada.

E questo sguardo dal basso, con le linee prospettiche in fuga – che molti considererebbero un errore da correggere in postproduzione o in ripresa grazie ad accorti movimenti macchina, alla Gabriele Basilico – diventa invece la nota caratterizzante uno sguardo imperfetto, ma carico di emozione. Un lavoro che può essere migliorato, ma che dimostra già le indubbie qualità dell’autore.

 

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