Smettere di Essere Principiante – I progetti di fine corso

FIRENZE E L’OTTOCENTO – Donatella Cursi

Introduzione

In un viaggio da nord a sud, da un belvedere che ci mostra il lato settentrionale di Firenze a uno che ci mostra quello meridionale, Donatella compie anche un viaggio nel tempo, mostrandoci il volto meno noto di una delle città più fotografate al mondo, e conosciuta come citta di impianto Rinascimentale (al più medievale) e che invece ha preso il suo aspetto attuale soprattutto in seguito ai rifacimenti ottocenteschi.

La stessa facciata del Duomo è stata completata nel XIX secolo, sebbene con forme che si richiamavano ai secoli precedenti. Un viaggio, dunque, che è stato anche una (ri)scoperta della propria città, un modo per identificare nuovi punti di vista, nuove realtà sconosciute, che poi è quel che dovrebbe sempre fare un fotografo.

Artist Statement

Lo stravolgimento di Firenze prodotto dall’Unità d’Italia e Firenze capitale, che ha visto l’abbattimento delle mura e del cuore di Firenze, il mercato vecchio, per far spazio ai viali di circonvallazione e piazza della repubblica è diventato il soggetto del mio viaggio fotografico, da nord a sud, dalla creazione dell’ottocentesco giardino dell’orticoltura, immediatamente fuori dalla vecchia porta S.Gallo, ingresso nord di Firenze, fino al piazzale Michelangelo a sud, che domina Firenze da una terrazza costruita dal Poggi come parte della ristrutturazione ottocentesca, insieme ai nuovi viali costruiti abbattendo le antiche mura.
E’stato un cambiamento con molte ombre perché ha distrutto buona parte dello spirito medioevale e rinascimentale della città; la città ha ritrovato, poi, in qualche modo il suo nuovo “ombelico” proprio nel centro di piazza della Repubblica, piazza simbolo dello stravolgimento compiuto con la distruzione del mercato vecchio e del ghetto, con il riposizionamento della ‘colonna dell’Abbondanza’ nel luogo originale, centro del castrum romano della fondazione di Florenzia nel primo secolo a.C.

Commento

Donatella sceglie come filo d’Arianna per la sua esplorazione quello della memoria, ma senza negare al proprio sguardo una certa intimità: i suoi paesaggi sono sempre rinchiusi in un orizzonte comprensibile, in uno spettro di variabili ben delineate. Si aggira per la sua città dimenticando che sia davvero il luogo ben conosciuto e dove si vive: si è fatta straniera almeno per un po’ e non solo rispetto alla geografia, ma anche rispetto alla Storia.

Il passato è un grande mistero, almeno nei suoi aspetti più personali e minuscoli, e la luce calda e diretta che Donatella sceglie per le sue foto a volte rivela dettagli, ma spesso nasconde, protegge, esclude, in una ricerca iconografica che dimostra una notevole capacità narrativa e una sensibilità non comune.

 

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