
LA SPINTA GENTILE – Maurizio Guarino
Introduzione
Il progetto di Maurizio tratta l’inclusione sociale dei minori stranieri non accompagnati presso l’Opera di Santa Rita, una Onlus della Diocesi di Prato. Il suo viaggio fotografico indaga i gesti quotidiani, le paure e le speranze di una piccola comunità certamente particolare, eppure rappresentativa di quell’umanità che a volte dimentichiamo, presi dalle mille incombenze della cosiddetta “vita moderna”.
Un tempo, nella civiltà contadina in particolare, la vita comunitaria, la condivisione, il tempo speso in comune, erano pratiche normali. Ma oggi la vita si svolge spesso in realtà chiuse e la condivisione avviene magari via Internet.
Ecco dunque che il lavoro di Maurizio assume anche un valore universale, ci mostra un gruppo di persone che – certamente per necessità, ma non solo – deve fare dello stare assieme un valore, con tutte le difficoltà che questo implica, ma anche con un arricchimento che sarà prezioso un giorno, quando questi ragazzi lasceranno la Casa Famiglia per trovare la propria strada, come sembra suggerire la foto di chiusura del portfolio.
Artist Statement
E’ il 1962, quando Pier Paolo Pasolini racconta, in una visione quasi profetica, di un mondo che bussa alla nostra porta. E’ la storia di “Alì dagli occhi azzurri”… “Uno dei tanti figli dei figli scenderà da Algeri, su navi a vela e a remi. Saranno con lui migliaia di uomini, coi corpicini e gli occhi di poveri cani ….”.
Nel 2017 viene approvata la legge n 47 per la tutela e l’accoglienza dei minori stranieri che arrivano da soli in Italia. All’epoca del provvedimento, gli arrivi di minori stranieri non accompagnati erano stimati in circa 13.000 annui. Prato ha nel suo tessuto sociale una storica e profonda apertura all’accoglienza: l’Opera di Santa Rita, Onlus della Diocesi della città, avvia, attraverso le proprie “Case Famiglia”, un percorso di esperienze di inclusione, socializzazione e formazione, per far muovere, ai giovani ospiti, i primi passi verso una vita adulta, autonoma e dignitosa”.
Commento
Maurizio sceglie un taglio non reportagistico per il proprio progetto: non vuole tanto raccontare, quanto evocare, suggerire, emozionare. Così, anche per la giusta ritrosia dei suoi soggetti, non ci fa quasi mai vedere per davvero i ragazzi ospiti della Casa Famiglia, e lavora sulle ombre, sulle silhouette, sui dettagli che spesso sono anche più forti e comunicativi del semplice ritratto.
La scelta di alternare foto chiare (la luce, il bianco, la speranza) e foto scure (il buio, il nero, la preoccupazione, anche un po’ di paura) è efficace e crea un ritmo sincopato che ricorda quasi quello del respiro: inspirare, espirare, inspirare, espirare… In fondo la vita è questo, momenti che si alternano, situazioni che si ripetono, abitudini e sorprese. E nel lavoro di Maurizio è proprio la vita che scorre, in una quotidianità che è resa sapientemente con scatti diretti e immediati, ma sempre pregnanti.
Un lavoro profondo e coinvolgente che dimostra le buone capacità narrative e fotografiche dell’autore.