
LE CASCINE MUTE – Vasco Baldini
Introduzione
I “luoghi dell’abbandono” hanno tutti un’atmosfera dimessa e vagamente triste, eppure ricca di fascino; spesso, nelle fotografie, vengono ripresi sotto cieli plumbei e con nebbioline varie. E questo soprattutto quando si tratta di edifici un tempo destinati alle attività agricole. In fondo si tratta di strutture che hanno visto passare intere famiglie, che hanno visto succedersi le stagioni, il lavoro, gli amori, la morte. E solo il progresso o qualche evento sfortunato ha portato alla loro dismissione, e ora giacciono in attesa, a volte di un destino migliore, a volte dell’oblio, a volte di essere abbattute e sostituite da qualche centro commerciale.
Vasco le avvicina in giorni di sole, come a sottolineare che ancora qualcosa della passata vitalità è rimasta, come a suggerire l’eco della giocosità infantile nei cortili erbosi, o il tramestio degli uomini e delle donne al lavoro nei porticati oramai crollati, quasi a sollevare il velo di tristezza grazie a uno sguardo aperto e senza retorica. Il suo è un viaggio dal fuori al dentro, dal vicino al lontano, come in una pulsazione dello spirito, alla ricerca dell’anima di questi edifici che paiono muti, come ci racconta, eppure hanno ancora molto da dire.
Artist Statement
Vivo nel sud Milano, in una zona prevalentemente agricola. Una bella campagna fertile e ancora ben coltivata. Avendo la possibilità di girare questi luoghi, soprattutto in bicicletta, mi soffermo ad osservare e riflettere sull’ambiente agricolo/contadino. La campagna è quasi priva di presenza umana. Si può vedere nel periodo di semina o raccolto la presenza di grandi macchine e trattori che svolgono da sole il lavoro di decine di persone.
Mi attirano soprattutto le cascine, centri abitativi e lavorativi per tutta l’attività agricola, luoghi importanti anche da un punto di vista architettonico e storico. Ma quelle che hanno attirato la mia attenzione sono in particolare quelle dismesse o abbandonate, che hanno cessato la loro attività da tempo e che io chiamo “ Le Cascine mute”. Tramite le immagini di questi edifici fatiscenti coperti dalla vegetazione lasciati all’incuria e al degrado di ogni tipo, vorrei trasmettere le sensazioni che si provano visitandole: oblio, il tempo che passa, l’abbandono. Tra queste mura in questi ambienti si sono vissute tante storie belle e tristi, si è sofferto si è amato.
Tornando con il pensiero a circa cento anni fa, quando ancora la campagna era condotta con la forza delle braccia umane, possiamo immaginare questi luoghi nel pieno delle attività lavorative dei campi; le cascine erano una piccola comunità di famiglie addette al duro lavoro della campagna e i numerosi bambini giocavano in questi ampi spazi. Una civiltà contadina ormai scomparsa. Ora tutto è silenzio, la cascina è appunto muta.
Commento
Quello di Vasco è un progetto basato sull’amore per i luoghi, sul rispetto per il valore di testimonianza che queste cascine rappresentano.
Il nostro autore non sceglie un registro aulico o spettacolare, non coglie i ruderi e gli ambienti solitari in un forte bianco e nero o con colori dimessi e velati. Ce li mostra invece al loro meglio, sotto cieli limpidi e con il sole che li inonda di luce, senza nascondere il loro aspetto, quasi impudico nella nudità dei muri sbrecciati e delle finestre vuote.
Il suo è un viaggio colmo di curiosità, un approccio intimo e ben calibrato, che si fa forza della chiarezza e dell’approccio diretto, senza sottintesi. Un portfolio godibile e perfettamente riuscito nella sua apparente semplicità.