
URBEX RURALE – Mauro Conter
Introduzione
Il racconto di un luogo è sempre un’impresa intrigante e coinvolgente per un fotografo. Ancor di più lo è quando questo racconto vede come protagonisti degli edifici per lo più diruti, delle cascine abbandonate che mille storie hanno visto svolgersi e ne recano profonde tracce.
I muri sbrecciati, le finestre aperte, i pochi mobili rimasti oramai sconvolti dal tempo e dall’incuria, sembrano muti testimoni del succedersi delle vite, degli amori, delle nascite e delle morti e infine dell’abbandono che li ha lasciati come attoniti in attesa di un impossibile ritorno. Se per Urbex si intende l’esplorazione di edifici abbandonati in ambito urbano, qui Mauro non compie semplicemente un’esplorazione, magari curiosa e approfondita, ma semmai un viaggio nel passato. Indaga i luoghi alla ricerca di fili da riannodare e anche se l’impresa è impossibile, ci regala così tutta l’emozione della sua ricerca.
Artist Statement
Chiunque percorra le strade delle “Bassa parmense” non può non notare la grande quantità di edifici rurali fatiscenti, il più delle volte semidistrutti e con tetti scoperchiati. Qui, l’industrializzazione iniziata nel secondo dopoguerra, ha portato all’abbandono progressivo degli edifici rurali, spopolati dall’emigrazione del settore agricolo e delle campagne.
Non si tratta di pochi ruderi, ma di un patrimonio edilizio consistente, difficile da gestire che si sta sgretolando sotto i nostri occhi e che la natura cerca di riprendersi. Ogni costruzione abbandonata ha il suo passato.
Entrando si respirano le storie di chi vi ha vissuto, lavorato o semplicemente ha camminato in quelle stanze ricoperte da fitti strati di polvere, invasi dalla vegetazione o dove gli animali trovano riparo. Questi luoghi, dalla malinconica bellezza, sono spesso invisibili e ormai fanno parte dello sfondo a cui nessuno bada più. Con questo progetto, ho cercato di far rivivere questi luoghi in cui il tempo è sospeso.
Commento
Mauro ha compiuto delle scelte ben precise riprendendo gli edifici rurali in diverse stagioni, sia all’esterno che all’interno soffermandosi poi nei dettagli. I colori sono pastellati, le luci morbide e avvolgenti, tutto sembra immobile e come in attesa.
Nel corso dell’editing ho deciso di dividere il progetto, inizialmente suddiviso dall’autore in quattro brevi capitoli, in tre parti a sottolineare la primavera-estate e il calore oramai solo immaginabile degli ambienti interni; poi l’autunno con le sue foschie e la lavorazione della vigna per produrre il vino, che scalda l’anima, e poi l’inverno, il freddo e il gelo dell’abbandono.
Sono un pò anche le stagioni della vita, in fondo, ed è su questa linea che si è mosso Mauro con buona maestria tecnica e ottime capacità narrative.