Smettere di Essere Principiante – I progetti di fine corso

MONZA – Vincenzo Inzone

Introduzione

Per la maggior parte delle persone, un Gran Premio automobilistico significa velocità, adrenalina, il rombo dei motori. Un “circus” fatto di piloti, spesso belle donne, tecnici, meccanici. Insomma tutta una serie di luoghi comuni, spesso reali, ma il più delle volte falsati dalla narrazione che ne fanno i giornali. Quello che però racconta il nostro autore è il silenzio, il vuoto. Un senso di solitudine. Il Gran Premio di Monza è già passato (o deve ancora venire) e tutto è immobile. Con la fantasia possiamo riandare ai campioni del passato che qui hanno scritto la leggenda di questo sport, ma in verità le foto di Vincenzo ci immergono in una realtà sospesa, affascinante, malinconica.

https://vimeo.com/747204326

Artist Statement

L’autodromo Nazionale di Monza è il circuito automobilistico internazionale situato all’interno del grande parco, ed è la sede storica del Gran Premio d’Italia di Formula 1. Ho pensato a questo progetto in quanto quest’anno ricorre il centenario della sua costruzione. Abitando nelle sue vicinanze, si è soggetti al rumore, più o meno intenso, che si percepisce in occasione di gare; oltre al notevole afflusso di spettatori,  con relativo traffico automobilistico nella zona. Il progetto, contrariamente a quello che comporta l’attività del circuito, vuole evidenziare la quiete, l’atmosfera quasi surreale quando non ci sono eventi. La scelta del bianco e nero quindi, vuole sottolinare la mancanza di colori, di eccitazione sportiva quando il circuito è in stand by.

Commento

Con un bianco e nero “tranquillo” e ben gestito, Vincenzo riesce a veicolare il senso di sospensione di cui parla nel suo AS, mostrandoci una realtà poco nota: un circuito di F1 – come dimostra quello di Montecarlo – “esiste” in funzione dei pochi giorni in cui si corre, e la pista e gli spalti sono pieni. In teoria, quando non ci sono gare, il circuito è una realtà fuori dall’attenzione di chiunque, e dunque Vincenzo svolge in modo efficace e tecnicamente valido il ruolo tipico di un fotografo: quello epifanico, di “rivelatore” di realtà poco o affatto note. In tal senso un progetto davvero riuscito.

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