
E’ oggi possibile, miracoli del digitale, prendere un tuo progetto fotografico e trasformarlo in un fotolibro, attraverso uno dei tanti servizi digitali che ci sono on-line.
Naturalmente il risultato varierà molto a seconda della società di cui ti servirai, perché ce ne ñé davvero di tutti i tipi e di tutti i prezzi.
Abbiamo chiesto al nostro Marco Scataglini di provare una delle società top, Saal Digital, e di “sfidarla” con uno dei suoi progetti più complessi.
Vediamo come è andata.
Puoi vedere subito il video dove Marco fa vedere i risultati, oppure leggere la recensione e vederlo nel link al fondo dell’articolo.
Lavoro da molti anni nel settore dell’editoria, e con i libri – sia di testo che fotografici – ho un rapporto di amore senza discussione, che però a volte arriva a sfiorare l’odio quando si tratta di pubblicare qualcosa e ci si scontra con le difficoltà sia tecniche (editing, impaginazione, stampa) che di distribuzione (se si realizza un libro, si dovrà pur venderlo).
Come fotografo, comunque, se alla fine si può tenere in mano un libro ben fatto e sfogliarlo con soddisfazione, ogni sacrificio verrà presto dimenticato.
Oggi, grazie al digitale, quello che un tempo era un territorio riservato a pochi, pochissimi autori, è di fatto alla portata di chiunque. Con pochi click si può realizzare un eccellente libro fotografico, almeno a livello di stampa: i contenuti dipendono ovviamente dalle capacità tecniche del fotografo, e soprattutto dall’idea che sta dietro al progetto.
Si può anche solo stampare un libro per avere una sorta di album dei ricordi, o per raccogliere le foto dell’ultima vacanza. Un tempo ci si armava di album, stampine e Coccoina e si incollavano una a una tutte le foto, oggi si attende che il corriere suoni al citofono e ci consegni un bel “tomo” pieno zeppo di immagini, da mostrare con orgoglio agli amici. Ma la sostanza non cambia.
Oppure, si può considerare il libro come il punto di arrivo di un percorso creativo, più o meno lungo, più o meno complesso. Un modo per evitare che il nostro lavoro resti solo virtuale, una cartella sul desktop del computer, diciamo.
Chiariamo meglio un aspetto importante: stampare un libro è una cosa, pubblicarlo è un’altra.
E questo è fondamentale per la recensione che segue a questa introduzione. Se fai una ricerca su Internet digitando la parola “fotolibro” ti usciranno risultati che in gran parte conducono a siti che, come Saal, offrono la stampa di un libro con le tue foto. Un libro, uno solo (o qualche multiplo, in caso), cioè senza una vera e propria “tiratura”.
Perciò possiamo subito dire che esistono due tipologie di “fotolibro”:
- il libro pubblicato, che può essere stampato in digitale (fino a circa 500 copie) o in offset (da 1000 copie in su), che ha un costo-copia piuttosto basso (specie per l’offset), ma visto che se ne stampano molte copie richiede un investimento importante. Lo scopo di questo libro è essere diffuso, cioè venduto, con un prezzo di copertina che va grossomodo dai 15 al 50 euro, e da cui dunque ricavare un guadagno. La tecnologia digitale permette di produrre tirature anche solo di 50 copie: in generale, si tratta di libri a copertina morbida e di non grandi dimensioni in modo da contenere i costi e il prezzo di vendita;
- il libro a tiratura unica, spesso di grandi dimensioni, con copertina rigida, a volte rivestita, e realizzato con carta ad alto spessore. Dato il costo estremamente elevato della singola copia, non è pensato per la vendita, ma per uso personale.
Esiste una variante: il libro d’artista a tiratura limitata, che dunque ricade nella seconda categoria, ma viene tirato in 10-20 o più copie e venduto a prezzi altissimi: il più delle volte è qualcosa che solo fotografi molto famosi, che magari orbitano nel mondo delle gallerie e delle case d’asta, possono permettersi. Insomma, sono casi limite.
Al di là delle infinite varianti rispetto alle due categorie grossolane che ti ho proposto, sta di fatto che il libro “pubblicato” ha una buona qualità di stampa, ma solo di rado arriva ad essere un prodotto “fine art” (per ovvi motivi di costo, come ti dicevo), mentre il singolo libro a uso personale raggiunge una raffinatezza che ci fa sognare, per una volta, di essere davvero grandi artisti, degni di un catalogo sopraffino.
Un libro del genere ha diversi scopi, alcuni te li ho già citati, ma comunque te li riassumo:
- serve come sostituto di lusso del classico “album” con le foto appiccicate sopra, e non a caso anche gli album di matrimonio (o di cerimonia in genere) hanno dovuto cedere il posto ai fotolibri;
- serve come prodotto finale di un progetto fotografico, da mostrare ad amici, colleghi, soci del circolo fotografico e così via;
- serve come portfolio per promuovere un progetto editoriale: se intendo proporre a un editore la pubblicazione di un fotolibro, posso mostrargli già come potrebbe presentarsi. In generale è sempre meglio utilizzare un portfolio con stampe “sciolte”, ma a volte non è male dare già l’impressione che il progetto è talmente avanzato che si dispone già di un vero e proprio libro, anche se a copia unica (in genere detto “dummy”);
- serve, similmente, a raccogliere fondi, magari attraverso una campagna di crowdfunding, per la pubblicazione del libro stesso. Si mostra il libro a copia unica (in un video) e si dice: “vedete? Il libro che spero vogliate finanziare alla fine avrà un aspetto simile”, o una cosa del genere.
Aggiungo che, come è successo a me in questo frangente, sfogliare un libro a copia unica ti fa venir voglia di cambiare le cose, di modificare il progetto. Meglio scoprirlo dopo una spesa importante ma non proibitiva, piuttosto che dopo aver investito notevoli somme per trovarti con alcuni scatoloni pieni di libri che non ti convincono! I libri “dummies” servono anche a questo.
E veniamo al libro oggetto della mia recensione. Ti ho già parlato del servizio Saal, in merito alla realizzazione di una stampa. Ora ho provato il loro fotolibro, scegliendo una tipologia “base”, ma molto ricca, con ben 56 pagine in formato grande, 28×28 cm, e copertina opaca, non imbottita.
Se visiti il sito di Saal, ti accorgerai che esistono numerose varianti su cui potrai sbizzarrirti, ma attento all’effetto kitsch!
Per il test ho scelto di stampare una parte del mio ultimo progetto fotografico, da cui realizzerò un libro fotografico e di cui parlerò su Reflex-Mania quando sarà il momento (anche per offrirlo come esempio); per ora ti dico che il progetto è realizzato interamente in analogico, e in buona parte con fotografie realizzate col foro stenopeico.
Non è dunque molto semplice ottenere stampe equilibrate, mentre c’è in agguato, sempre, una eccessiva evidenziazione della grana.
I negativi sono stati tutti digitalizzati e virati via software con varie tonalità seppia. Più che foto in bianco e nero, dunque, si tratta di foto monocromatiche, a partire dalla copertina. Ero curioso di vedere l’effetto di queste foto – per scelta poco definite – stampate in un libro di grande formato, e inoltre mi sembrava un buon test delle capacità di Saal di predisporre un buon prodotto con foto non usuali.
Non sono rimasto deluso. Confesso che la cosa che più mi ha colpito è la copertina. Sono giorni che l’accarezzo, neanche fosse il mio gatto: è setosa, morbida, di consistenza piacevolissima al tatto!
All’interno, le foto sono stampate su carta spessa, e il libro si apre completamente (stile libri “accordeon”) in modo tale che non ci sia piegatura al centro. Così si può gustare la foto per intero, senza che una parte venga “ingoiata” dalla cucitura. L’effetto finale è incredibile, bello davvero.
La sensazione è di osservare stampe staccate dal muro di una mostra e montate in un libro: voglio dire che l’effetto è ben diverso da quello che si può avere sfogliando anche il più bel libro fotografico classico. Ovviamente questo è un bene, per la resa delle foto, un male se si vuole avere la sensazione di star sfogliando un “vero” libro. Personalmente, per l’uso a cui sicuramente il fotolibro Saal è destinato, ritengo che questo aspetto da “mostra formato libro” sia utile, e a me piace.
Nel complesso “l’oggetto” che ho ricevuto a casa, molto ben impacchettato e protetto (nello stile di Saal), è di prima qualità, in ogni suo aspetto. Inoltre, dal mio punto di vista, ha avuto anche l’effetto di farmi comprendere che alcune cose del mio progetto andavano cambiate, ma anche che la resa delle stampe ottenute da negativi stenopeici non presenta problemi.
Quindi, promuovo a pieni voti questo prodotto di Saal, e lo consiglio apertamente.
Per concludere alcuni dettagli:
- i tempi di produzione sono assolutamente incredibili: in pochi giorni sono passato dall’impaginare il libro sul PC a sfogliarlo seduto sul divano;
- prepara per bene le foto, seguendo i consigli che già ti ho dato per la recensione della stampa: aggiungi una leggera maschera di contrasto ed evita di chiudere troppo le ombre, e non avrai problemi;
- l’impaginazione è facilissima: grazie al software Saal ci vuole davvero poco a predisporre le immagini nel layout (e ti consiglio di studiare un minimo di tecniche di impaginazione, anche solo guardando altri libri fotografici), e volendo c’è anche la modalità automatica (successivamente modificabile). In quest’ultimo caso numera le foto in modo che siano già ordinate come vuoi tu (ad esempio in ordine cronologico, o di tema);
- il costo è alto, ma il prodotto è di livello tale da giustificarlo, inoltre evitando troppe opzioni costose, può scendere a livelli più che ragionevoli. D’altra parte si tratta di un singolo libro, dunque non c’è alcuna possibilità di distribuire le spese su un’intera “tiratura”.
Non mi resta che augurarti buona pubblicazione!
Saal Digital – Coupon Allievi Reflex-Mania